Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Il caso della videosorveglianza nelle scuole di Trieste e lo “spreco” di 600 mila euro pubblici,quale responsabilità?

Sul Piccolo del 3 novembre 2014 è stato pubblicato l'articolo che denuncia una sorta di spreco di danaro pubblico, stante la mancata attivazione di circa 35 telecamere esterne alle scuole, accaduto a Trieste, pari a circa 600 mila euro.
Ovviamente, come sempre accade, è emersa la partita dello scarica barile. 
Premesso che  prima di adottare simili strumenti di controllo e vigilanza, stante la loro delicatezza ed invasività e prima di qualsiasi delibera di finanziamento in tal senso, sono necessarie delle dovute verifiche,consultazioni ed anche determinazioni dell'Autorità Garante per la protezione dei dati personali e solo successivamente, dopo le dovute verifiche e consultazioni sarebbe il caso di decidere o meno se stanziare danaro pubblico, è il caso di effettuare una breve riflessione anche sulla competenza in materia. E' colpa della scuola, se di colpa possiamo parlare, per la mancata attivazione o dell'ente locale chiamato in causa? 
Una risposta la fornisce il Garante per la protezione dei dati personali con provvedimento del 4 settembre 2009, che riguarda un parere preventivo rilasciato alle istituzioni locali di Verona.
Il Garante ha valutato le seguenti caratteristiche tecniche del sistema di videosorveglianza:"le immagini sono archiviate automaticamente senza che esse possano essere visualizzate in tempo reale;le riprese sono effettuate solo in aree esterne alla scuola; il sistema non inquadra dettagli dei tratti somatici degli interessati;le zone oggetto di videosorveglianza sono segnalate da appositi cartelli; le telecamere entrano in funzione solo in orario in cui le strutture scolastiche non sono presidiate da personale in servizio (indicativamente dalle ore 22,00 alle ore 6,30); la visualizzazione delle immagini è consentita solo su richiesta dell'Autorità giudiziaria al responsabile, agli incaricati del trattamento designati, agli appartenenti alle Forze di polizia; la conservazione dei files delle immagini avviene per un periodo di 72 ore al termine del quale saranno cancellati mediante sovrascrittura; installazione di un software di visualizzazione delle immagini e gestione delle telecamere sul PC posto nell'ufficio di presidenza dell'istituto".
Precisando che “nel solo caso di segnalazione di furti, atti di vandalismo o di eventi dannosi per il patrimonio pubblico, è prevista la riproduzione delle immagini su supporto magnetico per essere messe a disposizione dell'Autorità di polizia o dell'Autorità giudiziaria”. Il titolare responsabile ed incaricato del trattamento veniva individuato nella provincia di Verona con il compito di nominare il responsabile del trattamento nel dirigente della polizia provinciale e per la scuola il dirigente scolastico considerato.Ai responsabili ed agli incaricati sono affidate le misure di sicurezza per la custodia del server di registrazione delle immagini e in particolare la tenuta delle chiavi del locale in cui esso verrebbe custodito. La riproduzione delle immagini - nei soli casi previsti – avviene da parte degli incaricati, solo con il previo consenso del responsabile. Oltre a custodire il server in un locale protetto, sono previste ulteriori misure di sicurezza del server consistenti in sistemi anti-manomissione ed utilizzo e software si autenticazione a due fattori (strong autentication). La trasmissione delle immagini dalle telecamere al server avviene mediante segnale video criptato, attraverso la rete telematica. La presenza degli impianti di videosorveglianza viene segnalata a cura della provincia di Verona mediante affissione di appositi cartelli posizionati nelle immediate vicinanze dei luoghi ripresi, pur non specificando se, trattandosi di riprese in orario notturno, siano state previste modalità di visibilità, anche notturna, dei cartelli che, per avere una loro validità, devono essere chiaramente visibili e andrebbero posizionati prima dell'area video sorvegliata. Il Garante, dopo le dovute verifiche ha deliberato: a)definire, in accordo con il dirigente scolastico, gli orari di funzionamento delle telecamere per il caso che vi siano delle attività all'interno della scuola che potrebbero iniziare o concludersi in coincidenza con l'orario di attivazione delle telecamere. In tali casi la loro attivazione deve essere posticipata alla conclusione dell'evento; b) la visualizzazione delle immagini concernenti eventi criminosi deve essere consentita alle sole Forze di polizia e all'Autorità giudiziaria, limitando i compiti degli incaricati alla sola riproduzione delle immagini su supporto magnetico;c) limitare l'angolo di ripresa delle telecamere ai soli muri perimetrali dell'edificio, ai punti d'accesso e cortile interno, con esclusione delle aree esterne circostanti l'edificio; d) prevedere idonee modalità di visibilità, anche notturna, dei cartelli contenenti l'informativa ai sensi dell'art. 13 del Codice e del punto 3.1 del Provvedimento generale sulla videosorveglianza, da posizionare prima dell'area video sorvegliata; In merito ai principi di necessità, liceità, finalità e pertinenza nel trattamento dei dati personali sottoforma di immagini, il Garante, con provvedimento del 2013 n 230 ha evidenziato che la Commissione europea ha precisato che "l'installazione di sistemi di videosorveglianza per la protezione e la sicurezza di bambini e studenti nei centri per l'infanzia, negli asili nido e nelle scuole può essere un interesse legittimo, purché siano rispettati i principi della protezione dei dati, come i principi di necessità e proporzionalità stabiliti a livello nazionale ed europeo e fermo restando il monitoraggio delle competenti autorità di controllo nazionali della protezione dei dati". Ma nel paragrafo 4.3 del Provvedimento in materia di videosorveglianza del Garante datato 8 aprile 2010 nonché nella guida del Garante “La privacy tra i banchi di scuola”, ha affermato che “in caso di stretta necessità le telecamere sono ammesse, ma devono funzionare solo negli orari di chiusura degli istituti”.
Dunque pare evidente che l’unica ipotesi di videosorveglianza scolastica ritenuta lecita e legittima dal Garante riguarda la finalità di tutela dell’edificio scolastico e dei beni scolastici da atti vandalici, ( pur dovendo capire cosa si voglia intendere con atto vandalico...)purché le riprese riguardino le sole aree interessate e vengano attivate negli orari di chiusura degli istituti; per detta finalità, viene pertanto esclusa la possibilità di attivare le riprese “in coincidenza con lo svolgimento di eventuali attività extrascolastiche che si svolgono all'interno della scuola”. 
Quello che ora ci si domanda è, lo stanziamento di 600 mila euro per lo strumento di controllo come quello considerato era proprio necessario? Quali verifiche preliminari sono state effettuate? Quali processi di consultazione? Quali esigenze di necessità, di proporzionalità e di finalità sono sono state compiutamente valutate e sono conseguentemente emerse?
Trattandosi di utilizzo di danaro pubblico e non ravvisandosi una responsabilità diretta del sistema scolastico, per la mancata attivazione delle telecamere ivi citate, forse sarebbe il caso di valutare la sussistenza o meno di responsabilità politiche e non solo nei confronti di chi ha deliberato e stanziato quelle risorse pubbliche che ben potevano essere destinate per altri fini e scopi più consoni alla sana crescita della comunità scolastica triestina, comunità che vede buona parte delle proprie scuole essere in condizioni a dir poco indegne e non certamente per colpa dei presunti atti vandalici. Come sempre esistono delle priorità,ma non sempre queste priorità coincidono con l'interesse generale e collettivo e con il buon senso.

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