La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

La via Udine a Trieste



Trieste è una città dalle mille ed infinite particolarità.

Spesso camminando ed attraversando vie, strade e traverse di Trieste, perso nell'indifferenza, rapito dalla frenesia quotidiana, ti lasci sfuggire bellezze e splendori che meriterebbero certa e viva attenzione. Via Udine è una strada che molti definirebbero periferica, un lungo vialone, dal traffico intenso, dall'inquinamento costante, che ti conduce verso Opicina/Opčine o verso il centro città od anche verso quel centro di Roiano che è un rione parte integrante di Trieste. In quella via Udine vi sono possenti palazzi, dai diversi colori che spesso si armonizzano con il cielo, una cornice naturale a quel quadro architettonico multiforme che è proprio di via Udine. Diverse traverse che fungono da belvedere sul mare, d'altronde esiste anche la scala del Belvedere, esiste la casa del marinaio inglese, che con le sue merlature ed appunto torrette merlate, incastonata come un piccolo gioiello, dal color giallo vivo, è lì ferma ed immobile ed inosservata . 



Così come spesso inosservata è la casa in via Udine dove ha vissuto il pittore triestino Lucano o  l' esponente dell'irredentismo italiano Guglielmo Oberdan. Ma vi sono anche diverse attività di artigianato, di antiquariato, d'arte, che lentamente ti trasportano verso il centro di Roiano dove ancora oggi esistono sartorie, macellerie e pescherie, che hanno retto, seppur con le mille difficoltà immaginabili, all'invasione delle solite note catene commerciali di supermarket. Via Udine meriterebbe di più. Meriterebbe una grande riqualificazione, una illuminazione diversa, così come accaduto per vie simili a Bruxelles, meriterebbe di essere valorizzata come via dell'artigianato e dell'arte e non di essere reputata come una semplice via di passaggio per quella complessa ed articolata Trieste che vuol essere metropoli moderna ma che è un mero assembramento di rioni e borghi dalle mille specificità.

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