Trasformare la casa natale di Tina Modotti, nel museo Tina Modotti, può essere una grande opportunità per Udine

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Tina Modotti è probabilmente più apprezzata all'estero che in Friuli. Semplicemente è a dir poco sconcertante che non esista praticamente quasi nulla dedicato a lei. C'è una sala dedicata a Tina Modotti in città, c'è un punto Modotti, che ospita dei quadri di artisti locali, a pochi passi dalla casa natale di Tina Modotti che è cercata più dai messicani, sudamericani che altro. Eppure in quella via affascinante a pochi minuti a piedi dal centro di Udine, in via Pracchiuso 89, c'è la casa natale di Tina, dove sorge una targa con le parole di Neruda che ne ricordano l'essenza. La facciata della casa è stata recentemente restaurata e l'edificio ospita l’asilo notturno “Il Fogolâr”   inaugurato il 4 settembre del 2006  ed ospita le persone senzatetto  ed è gestito dalla Caritas. All'interno vi si trovano delle stampe e copie di alcune fotografie di Tina. Sarebbe il minimo sindacale pretendere di trasformare la casa natale di Tina Modotti in un museo che possa ac...

Quella scritta “basta cinesi” sulla via Trento di Trieste





Un tempo si gridava, Viva Trento Viva Trieste. Un motto fatto proprio dall'irredentismo, che da circolo di potere e sociale minoritario, per ragioni opportunistiche, venne cavalcato, ed utilizzato per la propaganda utile al Regno d'Italia finalizzata ad esercitare l'egemonia anche in quell'Adriatico da sempre conteso. Ma Viva Trento e Trieste era anche il motto di una parte della Massoneria che si batteva per la fratellanza, uguaglianza e libertà, divenute dogmi nella rivoluzione Francese. La via Trento di Trieste, che doveva subire un processo di riqualificazione, anche grazie al nuovo ponte curto, è una strada centrale, importante, ma vissuta come una qualsiasi area periferica della città. Sempre di più le attività commerciali che chiudono, sempre di più le serrande abbassate, e quelle poche attività che esistono sono gestite, prevalentemente, da persone provenienti dall'Oriente e dalla Cina. Oggi il vento del capitalismo dominante è quello orientale, ma a quanto pare, qualche ignorante razzista, non ha nulla di meglio da fare che imbrattare il muro della scuola, lì collocata, e scrivere basta cinesi. Il muro della scuola con scritto basta cinesi, è un doppio insulto, sia alla comunità cinese che alla scuola pubblica, nella sua complessità; scuola, che in genere, vive mille difficoltà, che conosce sempre di più casi crescenti di bullismo, razzismo, anche di carattere omofobico ma che non vengono, spesso, denunciati, anzi, a volte ti capita di sentir dire che l'omosessualità, per esempio, è tecnicamente non normale, chiaro pensiero che istiga all'odio razziale ed alla violenza. Il razzismo è una brutta questione, una questione che esiste e persiste ma che deve essere contrastato non solo con le parole, perché queste spesso si perdono per strada, ma anche con i fatti. Sarebbe importante che la scuola interessata da quella vigliaccata prendesse posizione, magari reagendo con un bel pennello e vernice bianca, per ripulire quel muro e perché no, organizzando una iniziativa culturale e sociale contro il razzismo.

Basta razzismi, ovunque ed in ogni spazio.


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