Che fine ha fatto la fantomatica prigione di Moro di via Massimi?

Ne avevamo parlato anche su queste pagine, pur esprimendo delle perplessità, su quella che poteva essere stata la prima prigione di Moro, in relazione all'inchiesta del giornalista Zatti della Rai. Il reperto 777 sarebbe stato determinante per indicare la Loyola University di via Massimi. Ma, come già era stato segnalato dal gruppo 16 di marzo e poi in un post significativo pubblicato su insorgenze.net si è sostanzialmente smentito in modo evidente che il reperto 777 corrispondesse a Loyola University. La location era invece la prigione di Ascoli Piceno. Bisognerebbe sul punto chiedersi perchè Morucci avrebbe fatto quel disegno, per quale scopo, e chi gli aveva fornito i dettagli di quel sito carcerario. Altro discorso, è invece, la questione della prima prigione di Moro. Effettivamente non si può escludere che presso la Loyola University possa essere stata la prima temporanea prigione di Moro. Ma la cosa sconcertante è che si è passati dal parlare per alcuni giorni con tanto di s...

Quella scritta “basta cinesi” sulla via Trento di Trieste





Un tempo si gridava, Viva Trento Viva Trieste. Un motto fatto proprio dall'irredentismo, che da circolo di potere e sociale minoritario, per ragioni opportunistiche, venne cavalcato, ed utilizzato per la propaganda utile al Regno d'Italia finalizzata ad esercitare l'egemonia anche in quell'Adriatico da sempre conteso. Ma Viva Trento e Trieste era anche il motto di una parte della Massoneria che si batteva per la fratellanza, uguaglianza e libertà, divenute dogmi nella rivoluzione Francese. La via Trento di Trieste, che doveva subire un processo di riqualificazione, anche grazie al nuovo ponte curto, è una strada centrale, importante, ma vissuta come una qualsiasi area periferica della città. Sempre di più le attività commerciali che chiudono, sempre di più le serrande abbassate, e quelle poche attività che esistono sono gestite, prevalentemente, da persone provenienti dall'Oriente e dalla Cina. Oggi il vento del capitalismo dominante è quello orientale, ma a quanto pare, qualche ignorante razzista, non ha nulla di meglio da fare che imbrattare il muro della scuola, lì collocata, e scrivere basta cinesi. Il muro della scuola con scritto basta cinesi, è un doppio insulto, sia alla comunità cinese che alla scuola pubblica, nella sua complessità; scuola, che in genere, vive mille difficoltà, che conosce sempre di più casi crescenti di bullismo, razzismo, anche di carattere omofobico ma che non vengono, spesso, denunciati, anzi, a volte ti capita di sentir dire che l'omosessualità, per esempio, è tecnicamente non normale, chiaro pensiero che istiga all'odio razziale ed alla violenza. Il razzismo è una brutta questione, una questione che esiste e persiste ma che deve essere contrastato non solo con le parole, perché queste spesso si perdono per strada, ma anche con i fatti. Sarebbe importante che la scuola interessata da quella vigliaccata prendesse posizione, magari reagendo con un bel pennello e vernice bianca, per ripulire quel muro e perché no, organizzando una iniziativa culturale e sociale contro il razzismo.

Basta razzismi, ovunque ed in ogni spazio.


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