Collocate
dal Comune di Trieste, su richiesta del parroco della Chiesa di
Sant'Antonio Nuovo, continuano, come è giusto che sia, a far
discutere quelle transenne antiquestua, antielemosina, che dovrebbero
tutelare il decoro e l'immagine di una situazione a dir poco
surreale. E'
incredibile che una Chiesa, anche se di proprietà comunale, ma con
la complicità del Comune, debba ricorrere alla transenne, tra le
altre cose orrende, ma non meno orrendi sono i fini, per evitare che
la gente possa lì sedersi per chiedere l'elemosina.
Non
sia mai una cosa del genere.
Si
deturpa l'immagine.
Si
violenta il decoro.
Certo.
Il
tutto, in un Paese, quale l'Italia, dove se vieni condannato per aver
evaso centinaia di milioni di euro, mica noccioline, verrai
condannato a quattro ore settimanali di servizi sociali per un periodo di dieci
mesi.
Questo
invece è altamente decoroso per il sistema Italia.
Ma
rimanendo a Trieste, si parla di inviolabilità di quel luogo sacro.
Certo.
Concetto mutabile in base ai tempi storici. Per esempio nel novembre del 1953 venne "violato" dai cerini. La situazione paradossale è che mentre questa società, imperniata di
apparenza, elogia la nudità e la semplicità del nuovo Papa, la Chiesa tutela a volte solo la propria immagine, il proprio
decoro ricorrendo a delle transenne.
Ma da chi?
Da
chi, per ragioni varie, non sta a me giudicare e nessuno di noi deve essere un giudice, quanto siano vere o
meno, allungando la mano chiede l'elemosina.
Al centro
della città ciò non deve accadere.
In
periferia, invece, occhio non vede cuore non duole,neanche quello del
decoro è un problema.
Ma
quale decoro in una città che vede a pochi minuti dal centro, area porto vecchio, un degrado allucinante?
Ed è la prima cosa che osserverai non appena giungerai a Trieste con il treno?
Vi
è anche chi ha scritto che la questua è vietata in tutti i Paesi
occidentali e che sarebbe consentita solo in Italia, riportando anche
l'esempio della Grecia.
Ovviamente
ciò è falso.
In
Grecia, per esempio, a rendere difficile, prima di tutto, l'elemosina,
sono stati i neonazisti di Albadorata, che hanno preso a calci anche
una bambina, non di nazionalità greca, nel 2013. In
Austria, la Corte costituzionale dichiarava nulli i divieti totali di
accattonaggio così pronunciandosi "L’incontro
con altre persone (...) è inerente ai luoghi pubblici stessi. Un disturbo
dell’ordine pubblico non può derivare (...) dalla sola presenza,
in luoghi pubblici, di singole persone
che cercano di ottenere aiuti finanziari senza dar prova di
comportamenti qualificati, per
esempio, come invadenti o aggressivi." In
Italia era vietata fino al 1995, poi intervenne la Corte Costituzionale che
abrogò il reato di accattonaggio stabilendo che la richiesta di
elemosina è lecita purché sia "una legittima richiesta di
umana solidarietà", "volta a far leva sul sentimento della
carità", "che non intacca né l'ordine pubblico né la
pubblica tranquillità . E' vero invece che esistono delle regolamentazioni specifiche in materia, in diversi Paesi, e città, che vietano la mendicità aggressiva, molesta o petulante ma non vietano in via generale la questua.
Non
è questione di guerra tra poveri, non è questione di guerra tra
disgraziati e disgrazie.
E'
una questione di tolleranza.
D'altronde
è facile sparare a zero verso chi non può esercitare alcun diritto
di difesa e che forse neanche è a conoscenza dei dibattiti che
emergono in merito a tale questione. Nessuno
vuole legittimare eventuali situazioni di sfruttamento o di illegalità, sia ben chiaro ciò.
D'altronde
se una città è costretta a ricorrere alle transenne, e non alla via del dialogo e del confronto, per evitare
che le persone possano lì sedersi, per diversi motivi e non spesso
univoci, ciò significa che vi è un problema culturale enorme e
spesso la via breve, quella dell'autoritarismo, è la più semplice
da adottare, ma gli effetti che produce sono sempre o meglio spesso
contrari ed alimentano intolleranza, questa sì, verso chi pratica e
legittima, la politica della transenna per la salvaguardia del
presunto decoro, concetto tanto astratto, quanto alibi di altre
questioni e principi, sottili ma resistenti, finalizzati ad affermare
la violenza dei muscoli per sopperire a quel vuoto culturale regnante a quanto pare anche a Trieste.
Commenti
Posta un commento