Nel 2026, 80 anni dalla strage di Vergarolla, come per la strategia della tensione, senza verità, anche se non si era più in Italia

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  Ancora oggi non c'è una lapide istituzionale che ricordi a dovere le vittime della strage di Vergarolla di cui non si conosce il numero esatto dei morti, 64 furono  le vittime identificate. Quanto accaduto il 18 agosto del 1946 ha lasciato il segno indelebile nella storia delle complesse vicende del confine orientale spesso strumentalizzate per revisionismi storici, nazionalismi nostalgici, che nulla c'entrano con la verità e la giustizia negata alle vittime di quel fatto drammatico. Come accaduto durante lo stragismo neofascista durante la strategia della tensione, praticamente non vi è stata alcuna verità, nessuna inchiesta degna di nota. Solo supposizioni, teorie, ipotesi, spesso istanze degne di ultras più che di seguaci della verità. Quel fatto tragico è stato chiaramente utilizzato dalla retorica revisionista per le proprie battaglie ideologiche anticomuniste e contro la Jugoslavia comunista di Tito. Quando accadde quel fatto, Pola, era una zona enclave all'interno ...

Se l'Europa scrive Agire, reagire e decidere



No, non si tratta dell'inquietante e nefasto credere, obbedire e combattere, ma di agire, reagire e decidere, un video realizzato dall'Unione Europea finalizzato a promuovere le prossime elezioni per il Parlamento europeo. Un video dai toni fermi, secchi e decisi, dal linguaggio freddo ma anche in alcuni casi evocativo, un video che lascerà abbastanza perplessi. La disperazione dei migranti che si tufferanno in mare viene mutata in sogno, quel sogno che poi si scontrerà con i lager dello Stato italiano, noti come Cie. Quando si dirà essere a favore dell'Europa apparirà l'immagine della repressione, poliziotto con lo scudo, invece quando si dirà essere contro, ecco apparire gli scontri di piazza. Quando si parlerà di amore, appariranno l' uomo e la donna e sporchi di fango si baceranno. Un video tradizionalista, conservatore, che non ha osato l'oltre, un video che in un certo senso accenna all'autocritica per gli errori commessi, un video che forse ben rappresenta la difficoltà di questa Europa. Certo si parla di emergenza estrema destra, pensiamo al caso della Francia, che vede il partito quale il Fronte nazionale di Marine Le Pen avere una percentuale irrisoria, ma certamente significativa, ma da qui a dire che in Francia vi è l'avanzata dominante dell'estrema destra è come dire che in Italia quando rifondazione Comunista aveva ottenuto, nella quota proporzionale, l'8.58% , vi fosse il pericolo comunista.
Strategie comunicative che hanno lo scopo di condurre il popolo a votare ed ovviamente se il popolo andrà a votare in massa, certamente non voterà per i partitini di estrema destra od estrema sinistra,questo è un dato di fatto che ha mille e più spiegazioni. 

I veri dati, quelli che contano, solo le astensioni.
Non si vota più, è questo il vero dato significativo.
E l'Europa, per continuare il suo percorso, ovvero diventare Stati uniti d'Europa, clone degli Stati Uniti d'America, necessità di legittimazione popolare. Il non voto sarà un segnale importante, che certamente muterà poco lo stato attuale delle cose, ma non potrà lasciare indifferenti. Dipende da chi verrà capitalizzato il non voto e l'Europa ha paura, ciò lo teme. 
Quel video, agire, reagire e decidere, è sintomo della debolezza dell'Europa.
Ma, in verità,  è stato fatto anche un passo indietro da molte forze anti europeiste, prima erano contro l'Europa, ora sono per l'Europa ma contro l'Euro.
Opportunismo strategico tanto prevedibile quanto inevitabile.
Insomma, a parer mio, non è per nulla scontato quel video come realizzato dall'Unione Europa.
Agire, reagire e decidere è un messaggio chiaro. Dipende, ovviamente, cosa la gente comune intende con agire, reagire e decidere. L'Europa vivrà certamente un momento determinate per la sua, non tanto sopravvivenza, ma per il tipo di architettura che dovrà avere.
L'austerità ed il rigore ora è in fase di sospensione e non di interruzione.
Ma riprenderà preso e rapidamente dopo il processo elettorale.
Quale soluzione?
Gli stati, le nazioni, sono tutti artifici, così come lo è l'Europa.
Noi non siamo né architetti, né progettisti, ma siamo persone chiamate a vivere in questo condominio multiculturale in base alle proprie possibilità e disponibilità economiche.
Chi rischia di rimanere per strada è la gente povera, senza risorse.
E' da qui che si deve, non tanto ripartire, ma incentrare tutta l'energia.
Distribuzione equa delle ricchezze, libertà di circolazione delle persone, libertà di esercizio di diritti e della laicità. Est ed Ovest, Oriente ed Occidente, Nord e Sud potranno convivere insieme ad una sola condizione, con la fine del sistema capitalistico. Quello è il male dell'Europa. Il capitalismo. Demone senza anima, malefico e diabolico che domina sovrano ma che è in difficoltà, mai forse tanta difficoltà come in questo secolo ha conosciuto. Un capitalismo che ha sferrato una guerra micidiale al suo interno, una guerra che ha, ad oggi vinto. L'Europa anticapitalista e socialista e comunista, questa è l'unica certezza per un mondo più umano e solidale.
L'idea si combatte con l'idea, l'azione con l'azione e la reazione sarà una conseguenza di questa battaglia.

Marco Barone 


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