Verso la fine del 2013 veniva presentata una
interpellanza alla
Commissione europea sul caso Ferriera di Trieste ed in particolar
modo sull'inquinamento e sui rischi dei lavoratori. Questa risponderà il 3 febbraio 2014 con il provvedimento
E-013087/2013 a cura di Janez Potočnik a nome della Commissione .
Si accerta che “ Il valore obiettivo di 1 ng/m³ fissato dalla
direttiva 2004/107/CE per il benzo(a)pirene, il marker per gli
idrocarburi aromatici policiclici,
è stato superato nel 2012 in due
delle cinque stazioni di monitoraggio nelle vicinanze dell’impianto.
Dal 31 dicembre 2012 gli Stati membri sono tenuti ad adottare tutte
le misure necessarie, che non comportano costi sproporzionati, per
assicurare che la concentrazione nell’aria ambiente non superi il
valore obiettivo. Per quanto riguarda la protezione della salute dei
lavoratori, le sostanze cancerogene sono disciplinate dalla direttiva
2004/37/CE che prevede, tra l’altro, l’obbligo generale del
datore di lavoro di assicurare che il livello di esposizione dei
lavoratori sia ridotto al più basso valore tecnicamente possibile.
I datori di lavoro riducono l'utilizzazione di un agente cancerogeno
o mutageno sul luogo di lavoro, in particolare sostituendolo, sempre
che ciò sia tecnicamente possibile, con una sostanza, un preparato o
un procedimento che, nelle condizioni in cui viene utilizzato, non
sia o sia meno nocivo alla salute o, eventualmente, alla sicurezza
dei lavoratori. I datori di lavoro comunicano l'esito delle loro
ricerche alle autorità responsabili, dietro richiesta di queste
ultime”.
A tal proposito è il caso di ricordare, che in base alla citata
direttiva del 2004, i datori di lavoro sono tenuti ad adottare tutte
le misure atte a garantire che i lavoratori e/o i loro rappresentanti
nell'azienda o nello stabilimento possano ricevere una formazione
sufficiente e adeguata, in base a tutte le informazioni disponibili,
segnatamente in forma d'informazioni e di istruzioni per quanto
riguarda: i rischi potenziali per la salute,
compresi i rischi supplementari dovuti al consumo di tabacco; le precauzioni da prendere per
evitare l'esposizione; le prescrizioni in materia di
igiene; la necessità di indossare e
impiegare equipaggiamenti e indumenti protettivi; le misure che i lavoratori, in
particolare quelli addetti al soccorso, devono adottare in caso di
incidente e per prevenirlo. Ma sono tenuti anche a fornire le
seguenti informazioni alle autorità competenti qualora richieste: le attività svolte e/o i processi
industriali applicati, con l'indicazione dei motivi per i quali sono
impiegati agenti cancerogeni o mutageni; i quantitativi prodotti o utilizzati
di sostanze o preparati contenenti agenti cancerogeni o
mutageni; il numero di lavoratori esposti; le misure di prevenzione adottate; il tipo di equipaggiamento
protettivo da utilizzare; la natura e il grado
dell'esposizione; i casi di sostituzione.
Ed è utile ricordare che se si
riscontra che un lavoratore soffre di un'anomalia che può essere
stata causata da un'esposizione ad agenti cancerogeni o mutageni, il
medico o l'autorità responsabile della sorveglianza sanitaria dei
lavoratori può esigere di sottoporre a sorveglianza sanitaria gli
altri lavoratori che sono stati esposti in modo analogo. Quanto di
tutto ciò sia accaduto non è dato in modo compiuto sapere. L’11
giugno 2013 la Commissione ha adottato la comunicazione “Piano
d’azione per una siderurgia europea competitiva e sostenibile”,
nella quale ribadiva che i finanziamenti della Banca europea per gli
investimenti (BEI) potevano essere usati per aiutare gli impianti a
conformarsi alla direttiva 2010/75/UE, compresa l’attuazione delle
conclusioni sulle migliori tecniche disponibili (BAT) per la
produzione di ferro e acciaio entro e non oltre il marzo 2016. I
finanziamenti della Banca europea per gli investimenti non sono
considerati come una forma di aiuti di Stato. “La Commissione, -
concluderà nella sua risposta- contatterà le autorità italiane,
prima del termine per la presentazione della loro relazione annuale
2013 sul rispetto dei valori obiettivo, al fine di ottenere
informazioni sulle zone in cui tale valore è stato superato nel
2013, sulle fonti che contribuiscono a tali eccedenze e sulle misure
prese per ridurre le emissioni di tali fonti, in particolare
attraverso l’applicazione delle BAT nella Ferriera di Trieste”.
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