La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Trieste: dedicare una via ad Ondina Peteani, cogliamo l'attimo oltre il muro del silenzio




In un mio precedente intervento, questo il link, cogliendo l'attenzione che l'amministrazione comunale di Trieste ha dedicato, finalmente, al problema della toponomastica rosa, senza perdere tempo alcuno, proponevo di dedicare una via importante, una piazza importante, di Trieste, la sua città, ad Ondina Peteani. Ho ricevuto diverse segnalazioni private di condivisioni, mi ha anche scritto il figlio di Ondina, Gianni, ricordandomi che nel 2008 la Presidenza della Repubblica, inviando a lui una lettera, esprimeva un monito sulla necessità di perpetuare il ricordo di Ondina Peteani alle nuove generazioni: "Non far spegnere il ricordo della passione politica e civile con la quale ha condotto le sue battaglie di libertà è un dovere nei confronti delle nuove generazioni".



Gianni che ha in passato ricevuto anche una Medaglia d’onore alla memoria di Ondina Peteani, nel palazzo del governo triestino. «Dieci anni – scrisse allora Peteani - in cui dal disorientamento iniziale siamo passati in tanti impegnandoci al recupero e alla valorizzazione della memoria, nella trascrizione del durissimo percorso di vita di quei giovani che la storia battezzerà partigiani, attraverso la pionieristica ribellione al fascismo, l'embrionale adesione alla Resistenza, patto di libertà tra donne e uomini liberi contro la dittatura nella battaglia alla barbarie dell'occupazione nazista».
Nel corso del tempo sono stati realizzati diversi spettacoli, in primis il lavoro teatrale  diretto e prodotto dalla corregionale attrice/regista Marta Cuscunà, diverse iniziative, è stato realizzato anche un libro dal titolo:Ondina Peteani. E' bello vivere liberi di Anna Di Gianantonio, Peteani Gianni, per non far cadere nell'oblio la figura di Ondina. Non esistono  e non devono esistere elementi ostativi né economici,né burocratici,né culturali, né politici, per intitolare ad Ondina una via, contro l'oblio e per rendere vivo, anche passando attraverso una semplice, ma importante, denominazione di una via, piazza, strada, ad esempio, il suo ricordo. Eventuali rifiuti saranno non giustificabili, ed una risposta dovrà essere data. Ma è necessario, a parer mio, organizzare anche eventi ed iniziative pubbliche per sostenere questa proposta, per cogliere l'attimo propizio contro l'oblio rosa,oltre ogni indifferenza e ignobile silenzio, per Ondina Peteani, per l'essere stata donna amante della dignità e della libertà e che si è battuta, anche a caro prezzo, per ciò.
Per chi volesse saperne di più sulla figura straordinaria di Ondina, suggerisco questo link


aggiornamento:
Il Sindaco di Trieste così commenta la mia proposta di dedicare una via ad Ondina Peteani, a #Trieste, la sua città : "è anche nelle nostre intenzioni".  
Bene. mb


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