C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Renzi, il salvatore della patria. E' iniziato il Renzismo


Finito il berlusconismo, o meglio giunto alle sue ultime battute, ecco aprirsi una nuova epoca destinata a durare decenni, il #Renzismo. Renzi presentato come il salvatore della patria, l'ultimo caso eclatante è il caso dei 150 euro lordi che buona parte del personale docente era tenuto a restituire a causa di un provvedimento scellerato emanato dalla Presidenza della Repubblica sulla proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, del Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione e del Ministro dell'economia e delle finanze ovvero il DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 4 settembre 2013, n. 122 che prorogava fino al 31 dicembre 2013 l’art. 9, comma 23, D.L. 78/2010, relativo al blocco degli automatismi stipendiali per il personale del Comparto Scuola .  Un problema dovuto, come già avevo anticipato, probabilmente a problemi di mancata comunicazione tra il MIUR ed il MEF, due organi dello Stato che da qualche tempo continuano ad essere in stato di conflittualità. Certo, per ora ci sono solo gli annunci, e si deve capire anche quanto quella norma incideva sul consolidamento delle misure di razionalizzazione e contenimento della spesa in materia di pubblico impiego adottate nell'ambito della manovra di finanza pubblica per gli anni 2011-2013 e si deve altresì comprendere dove verranno spostate le somme di danaro contabilizzate per sanare una indecorosa manovra governativa. Da un lato hai quelli che dicono che il governo realizza manovre impopolari ad hoc, sindacati, parti sociali e M5S denunciano e Renzi con un solo cinguettio risolve il problema, e così facendo oltre a demolire il ruolo dell'opposizione politica e sociale e le manifestazioni di piazza dall'altro lato si eleva a salvatore della patria. 
Dall'altro quelli che invece vedono nella pronta risposta del Governo un modo per contenere Renzi, cosa a cui io credo poco. Renzi viene presentato dai media come una sorta di salvatore della patria che si prepara a rivoluzionare oltre alla facciata della politica, anche la sostanza del mondo del lavoro con il contratto unico. Lui, espressione, dicono e scrivono, delle nuove generazioni, in realtà non mi rappresenta e non rappresenta la mia e né la precedente e né la seguente generazione, perché anche lui è figlio di quel sistema che voleva rottamare, ha nuotato dentro quel sistema e lo ha usato, in modo geniale, come trampolino di lancio per il suo avvenire ma, ovviamente non ha fatto tutto da solo. Per arrivare a certi livelli devi essere protetto ed avere i famigerati santi del capitalismo in paradiso. Non basta cambiare i volti o l'età di chi è chiamato a governare, per mutare lo stato presente delle cose. Lui come quelli che lo seguono e sostengono altro non è che espressione della vecchia politica che ha mutato faccia, ma la sostanza non muta semplicemente perché la vecchia politica era chiamata a difendere il capitalismo e lui da buon capitalista difenderà il capitalismo cercando di renderlo ancora più aggressivo ma nello stesso tempo accettabile. E le condizioni economiche e sociali sono fertili. Hanno massacrato, dopo cinque anni di guerra, l'Europa del Sud. Europa del Sud che, ad oggi, ha due strade, o chiudersi nei recinti del nazionalismo esasperato, o rincorrere quel capitalismo che ha imposto miseria ed austerità con tutte le implicazioni del caso. Manca la terza via, quella rivoluzionaria, quella comunista o socialista, quella dell'Europa dei popoli e non della finanza, manca un leader realmente comunista, perché questa società ha bisogno di un leader, ciò è un dato di fatto. Il nuovo capitalismo italiano ha il suo leader in Renzi ed il renzismo ha iniziato a camminare, il populismo conservatore ha anche un paio di leader, ma la sinistra alternativa non ha nulla,né un programma decente, né un una idea congiunta, né un leader condiviso. Ed allora il renzismo, conoscendo il sistema Italia, avrà la strada libera per imporre atti e cambiamenti che ancora non abbiamo compreso ma che guardano in particolar modo a quel capitalismo americano, a quella cultura statunitense, a quel modo di concepire la società statunitense, con la quale tutti noi nel bene o nel male faremo i conti ed anche salati.
Renzi amico di molti nemico di pochi.
Il renzismo è iniziato, già.


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