Presentata
a novembre 2013, stampata il 27 dicembre 2013 la proposta di legge A.C.
1857
da parte dei parlamentari LUIGI GALLO, BRESCIA, MARZANA, VACCA,
SIMONE VALENTE, D’UVA, DI BENEDETTO, tutti del Movimento Cinque
Stelle. Una
proposta che è certamente significativa dal punto di vista politico,
ciò a prescindere dal suo esito negativo quasi scontato, salvo che
Renzi, non decida di fare propria anche questa iniziativa così come
accaduto su altre questioni come sollevate dal Movimento Cinque
Stelle, per ovvi motivi di opportunismo e strategia elettorale e che
si contrappone ad altro disegno di legge presentato su
iniziativa
dei parlamentari CAPARINI,
GIANLUCA PINI, GIOVANNI FAVA, MOLTENI, FEDRIGA, MATTEO BRAGANTINI,
GRIMOLDI, ALLASIA, BORGHESI, BUSIN, CAON, MARCOLIN, PRATAVIERA,
RONDINI
che
legittima, invece, i finanziamenti alla scuola privata.
Si
segna una presa di posizione netta e chiara da parte di questo
Movimento in tema di laicità dello Stato in ambito scolastico,
almeno per quanto concerne la questione dei finanziamenti pubblici
nella scuola, ma sarebbe importante conoscere anche la loro posizione
in tema di crocifisso in ambito scolastico, per esempio, od
insegnamento della religione cattolica nella scuola pubblica
italiana. Ciò perché andrebbe effettuato un discorso compiuto e
complessivo sulla questione della laicità ed affrontare in modo
armonioso tutti gli aspetti considerati e non intervenire solo in
modo disarticolato per fini che rischiano essere più simbolici che
sostanziali. Comunque sia la Chiesa e tutte le organizzazioni che
ruotano intorno al settore delle scuole private terranno conto della
presa di posizione di questo Movimento in tale ambito, ambito
difficile dove si sono registrate immense lesione della democrazia.
Il
caso eclatante è quello del Referendum consultivo di Bologna. 86.000
cittadini bolognesi si sono recati alle urne, per esercitare il
proprio diritto di partecipazione alle scelte dell’amministrazione
attraverso un referendum comunale. Il 59% di questi ha espresso in
modo inequivocabile il proprio parere sull’uso delle risorse
pubbliche in campo scolastico, votando affinché il milione di euro
destinato ogni anno alle scuole dell’infanzia paritarie a gestione
privata, che sono confessionali e a pagamento, venisse impiegato per
garantire l’accesso alle scuole comunali o statali, gratuite e
laiche, spesso negato per mancanza di posti disponibili.
Il
comitato promotore denuncia continua a denunciare che
“E’
stata una grande esperienza di partecipazione e democrazia.
Nonostante ciò i gruppi consiliari PD, PDL, Lega e Centro
Democratico hanno votato il 29 luglio un odg che conferma i
finanziamenti alle scuole private, svuotando il significato del
referendum e disconoscendo la volontà dei cittadini. Il voto del
Consiglio è una ferita che deve essere sanata per vari motivi”.
La
proposta di legge citata parte da questo contesto, dalla situazione
bolognese ed in sostanza prevede l'abrogazione dei
finanziamenti destinati alle scuole private di
progetti finalizzati all’elevazione di qualità ed efficacia delle
offerte formative di scuole medie e medie superiori; dei sussidi
diretti, per la gestione di scuole dell’infanzia e primarie e dei
finanziamenti di progetti finalizzati all’elevazione di qualità ed
efficacia delle offerte formative di scuole medie e medie superiori;
dei contributi alle famiglie dell’importo massimo di 300 euro,
denominati « buoni scuola » e disponibili solo per la scuola
dell’obbligo. Dunque
una proposta di legge che dispone l'abolizione dei contributi
pubblici alle scuole private e le contestuali economie di spesa
derivanti dall’attuazione delle disposizioni della presente legge
verranno destinate alla copertura dei costi per il reclutamento del
personale docente ed educativo nelle scuole dell’infanzia, primaria
e secondaria di primo e di secondo grado.
Si
destinano i soldi derivanti dal citato risparmio, dovuto ai tagli ai
finanziamenti nei confronti della scuola privata, all'assunzione di
personale precario nella scuola.
Come
è noto non è sufficiente depositare una proposta di legge, seppur
importante, per sanare o rivoluzionare alcune aspetti della vita
ordinaria di questo Paese, occorrono lotte e battaglie reali che
devono collegarsi a determinati processi , se queste non verranno, e
se non verranno sostenute, una riflessione dovrà essere maturata,
perché, come più volte scritto, la scuola è un rilevante bacino
elettorale, forse uno dei più importanti in Italia, ma di propaganda
e di iniziative simboliche non ne abbiamo più bisogno, abbiamo
invece bisogno di una piattaforma organica e complessiva della scuola
pubblica le cui parole d'ordine, a parer mio, dovrebbero essere,
laicità, libertà d'insegnamento, zero precarietà. Comunque
sia non si può non tenere conto di questa proposta di Legge, che
reputo positiva, e del suo significato anche politico.
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