La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

La nuova terra dello shopping del Friuli Venezia Giulia


Bacino di utenza stimano in circa 1,3 milioni di persone. 90.000 m2, 175 negozi, oltre a un parcheggio per circa 4.200 auto ed un cinema con sette sale per un totale di 1237 posti. Questo è il “Tiare Shopping”, il centro commerciale più grande del Nord Est, uno dei più grandi di Europa ed il primo in Italia ad essere un unicum con il negozio IKEA direttamente collegato a questo mega centro commerciale con un corridoio ed alcune scale mobili, il secondo sarà il Brescia Shopping la cui apertura è prevista per il 2015appartiene a  Inter IKEA Centre Group (IICG) sviluppa e gestisce strutture commerciali in cui è presente un negozio IKEA quale ancora primaria. IICG è attivo in tutta l’Europa e si sta espandendo in Cina. Ha aperto il 5 dicembre 2013, migliaia e migliaia di visitatori nei primi giorni , salutato con favore ed entusiasmo da molti politici locali, anche di sinistra, ma quel centro commerciale fa tremare la piccola economia del Friuli Venezia Giulia. Tra le tante cose dette vi è quella che quel centro favorirebbe il turismo.
Certo, sul sito del centro commerciale si promuovono alcune zone del Friuli Venezia Giulia, ad oggi Trieste,
le terme di Grado, San Michele del Carso, Aquileia, Cividale il Parco Zoo Punta Verde , i sapori del Carso, ma non Gorizia, per esempio. Aperto tutti i giorni dalle 9 alle 21, facilmente raggiungibile in auto, collocato in prossimità dello svincolo autostradale Villesse Gorizia, la domanda sorge spontanea.
Ma chi si reca ad un centro commerciale, specialmente di quella natura e dimensione dove vi è di tutto e di più e forse anche oltre ogni più, per quale motivo deve poi recarsi a Trieste, Udine, Gorizia ecc centri situati a circa 30 km e più di distanza da quel luogo? Certo, qualcuno lo farà, ma saranno in pochi, salvo che non si inneschi un sistema di incentivi, anche economici e di promozione reale del territorio. Non basta scrivere sul sito quello che si può velocemente visitare a Trieste o ad Aquileia, incentivare il turismo è altra storia, complessa articolata e d il tutto deve essere necessariamente correlato alla politica.
Chi si reca al centro commerciale lo fa perché è quella la destinazione.
Un giro tra i negozi, un caffè al bar, la spesa, un film al cinema e poi a casa. Quel centro commerciale, la cui edificazione è legittima e legale, stante il funzionamento della società esistente, risucchierà certamente nel medio lungo periodo diverse piccole attività economiche e commerciali locali, in particolar modo tra Trieste e Gorizia. Ciò è inevitabile ed anche naturale, altrimenti quale concorrenza? Perché aprire un centro commerciale con centinaia di negozi? Perché la gente comune deve recarsi al negozio della propria città se al Tiare può trovare offerte e prezzi imbattibili? Perché il Tiare deve sponsorizzare ed aiutare i negozi sparsi per le altre città ? Perché deve perdere guadagni?
Prezzi imbattibili, vi sono tutti i tipi di negozi, si trova tutto quello che può servire al consumatore medio ed è facilmente raggiungibile e la storia potrebbe chiudersi qui. La cosa interessante è che quando ti rechi in qualche negozio del centro commerciale ti chiederanno anche il CAP.
Il motivo?
Capire e conoscere la provenienza dei clienti per potenziare la pubblicità e le politiche promozionali finalizzate ad attirare la gente in particolar modo da quei luoghi ove la provenienza, appunto, è minore.
Il Friuli Venezia Giulia è caratteristico per i suoi borghi, per le sue città a dimensione umana, quella struttura è aliena rispetto alla storia del Friuli Venezia Giulia e chi ne pagherà le conseguenze saranno i piccoli imprenditori e l'indotto correlato, ai cittadini comuni non cambierà la vita più di tanto, anzi sembra proprio che quel luogo sia stato ben accolto.
Ripeto, il tutto è legale e legittimo, anzi quel centro, diversamente da come accade in altri centri commerciali, tenta di promuovere, ma ad oggi in modo non idoneo, il turismo locale tramite il suo sito internet, ma il ragionamento della grande concentrazione danneggia inevitabilmente quella piccola economia che grande ha fatto in un tempo che non più esiste questo Paese. La terra dello shopping, tra luci, promozioni nel suo essere il tipico centro commerciale occidentale, ed una crisi perdurante, sarà un test sociale interessante, ma una prova di sopravvivenza incredibile forse improponibile per centinaia di piccoli commercianti.



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