Sembrava
che dovesse scoppiare chissà quale rivolta, poi tra i Forconi ed il
coordinamento 9 dicembre sono emerse rilevanti spaccature,
strumentalizzazioni per fini politici ed alla fine altro non è
rimasto che fumo e qualche presidio di tenaci in giro per l'Italia. Il
27 dicembre 2013, 83 rappresentanti dei coordinamenti
locali d'Italia, e 20 rappresentati tramite delega si sono riuniti
in località Pontinia, presso l'azienda agricola del portavoce del
"Coordinamento del 9 dicembre" Danilo Calvani, che è il
rappresentate dell'ala più “dura” del movimento che tende
ovviamente a destra, la conferma di ciò è data dal fallimentare
presidio di Piazza del Popolo di Roma di dicembre e dalla
composizione politica di quella piazza.
La
cosa rilevante è che la politica aveva bisogno di una scusa per
accelerare l'iter per riformare la legge elettorale, e tramite
l'ausilio dei media che hanno presentato il movimento dei Forconi e
quello del Coordinamento 9 dicembre come un qualcosa di enorme,
andando ogni logica reale, hanno raggiunto il loro primo scopo. Ed
infatti, non essendo più utili alla piazza della solita politica,
quel movimento, dopo i momenti di gloria in televisione è stato
letteralmente spazzato via dall'informazione e ricondotto alle sue
dimensioni normali e piccole. Ritornano
in piazza quelli del coordinamento 9 dicembre, i quali da un lato lanciano la battaglia ai traditori del movimento originario e dall'altro lato promuovono l'ultimatum all'Italia, strategia non nuova e nota anche a Trieste ma su un diverso fronte.. Questa volta però,
almeno nei giorni ufficiali delle mobilitazioni, non sono previsti
scioperi e ciò vorrà pur significare qualcosa. Questo
il loro programma: "Il
9 Gennaio scadrà l'ULTIMATUM concordato all' UNANIMITA' dall'
assemblea dei coordinatori, a seguito del quale viene intimato agli
attuali Parlamento e Governo di "andarsene a casa".
Ci
saranno numerose iniziative che vedranno protagonisti i "cittadini
liberi del 9 dicembre": si vogliono ricordare le persone che si
sono arrese alla disperazione indotta da questo Stato criminale con
una fiaccolata presso i presidi, o altre sedi a discrezione dei
manifestanti, per il giorno 5 gennaio; in concomitanza all' ULTIMATUM
del giorno 9, si propongono manifestazioni di protesta presso le sedi
dei Consigli Regionali di tutto il Paese o, a discrezione di ogni
singola realtà locale, in diversa sede di rappresentanza
Istituzionale; per il giorno 10 gennaio, i cittadini si presenteranno
presso le Prefetture delle proprie città con un esposto/denuncia nei
confronti delle persone che ritengono responsabili di TRADIMENTO
DELLA COSTITUZIONE ITALIANA. Se a seguito di queste iniziative non
perverranno comunicazioni ufficiali che vadano ad assecondare le
legittime richieste dei cittadini, si prevede di dare vita ad un'
altra MOBILITAZIONE DI MASSA...probabilmente per il giorno 18 gennaio
2014".
E' prevedibile l'adesione e la partecipazione di Casapound così come
quella di Forza nuova che così scrive sul suo sito riportando un
comunicato del loro ufficio stampa nazionale: “Tra le numerose
persone presenti vi è stato l' annuncio della volontà di dare vita
ad altri nuovi presidi, e in queste ultime ore sono tantissimi i
cittadini che contattano i rappresentanti del "Coordinamento del
9 dicembre" per unirsi alla lotta coerentemente allo spirito
iniziale. La strada è tracciata...percorriamola INSIEME!
"Forza
Nuova, dal Nord alla Sicilia c'è stata, come nel gennaio di due
anni fa, c'è e ci sarà sempre, perché porta avanti le medesime
istanze della protesta; schierata com'è, fin dalla sua fondazione,
dalla parte della sovranità monetaria, del rifiuto dei trattati
europei, della lotta all'usura, bancaria e di Stato, e del ritorno
all'agricoltura per la sovranità alimentare; non essendo né con, né
tanto meno dietro, nessuno dei presunti Masaniello di turno; ma
esclusivamente al fianco della voglia di riscatto del popolo
italiano. E' giusto che tutti se ne facciano una ragione, senza
ipocrisie e falsità".
Insomma, rivedremo per l'ennesima volta tricolori in giro per le strade anche di Trieste, e visto che il Comune di Trieste deve spendere più di 1500 euro per comprare bandiere tricolori per i Palazzi Comunali,roba da matti, forse sarebbe il caso che questi tenaci patrioti e ribelli tricolori ed amanti del tricolore donassero al Comune qualche loro bandiera almeno così facendo il Comune potrà ben risparmiare qualche centinaio di euro, letteralmente buttato, ed investirlo magari nel sociale dove anche dieci euro, in questo perdurante periodo di crisi, possono fare la differenza per qualche cittadino bisognoso.
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