Un
documento del 2010, prodotto dall'Organizzazione Mondiale della
Sanità riguardante
gli
“Standard
per l’educazione sessuale in Europa”.
Inizia a far discutere anche in Italia,un Paese conservatore,
tradizionalista, avvolto da velo di principi, spesso religiosi, che
inibiscono la libertà esistenziale dell'individuo. Un Paese che deve
andare oltre quel puritanesimo che nella maggior parte dei casi è
solo apparenza e simulazione.
E'
mutata la società, internet è un canale di accesso di informazioni
delicato ed incontrollato, e non si può più far finta di non voler
vedere.
Insomma
è arrivato il momento di prepararsi ad una nuova educazione
sessuale, una educazione che sia eterogenea, che insegni a rispettare
le diversità e ad accettare e condividere la propria identità.
Il
documento nasce per affrontare le numerose sfide riguardanti la
salute sessuale: i tassi crescenti dell’HIV e di altre infezioni
sessualmente trasmesse (IST), le gravidanze indesiderate in
adolescenza e la violenza sessuale, solo per citarne alcune. Bambine
e bambini, ragazze e ragazzi sono determinanti per il miglioramento
della salute sessuale generale.
L'
iniziativa è stata avviata dall’Ufficio Regionale per l’Europa
dell’OMS nel 2008 e realizzata dal Centro Federale per l’Educazione
alla Salute (BZgA) di Colonia, un centro di collaborazione dell’OMS
per la salute sessuale e riproduttiva, in stretta cooperazione con un
gruppo di 19 esperti di varia formazione- dalla medicina alla
psicologia, alle scienze sociali - provenienti da nove paesi
dell’Europa occidentale.
Per
esempio si scrive che un bambino di quattro anni potrebbe chiedere da
dove vengono i bambini e la risposta “dalla pancia della mamma” è
di solito sufficiente e “adeguata per l’età”. Solo in seguito
lo stesso bambino potrebbe iniziare a domandarsi: “Come ci arrivano
i bambini nella pancia della mamma?” e in quel momento sarà
“adeguata per l’età” una risposta diversa. La risposta non
corretta è “sei troppo piccolo per queste cose!”. Il concetto di
“adeguatezza rispetto all’età” spiega perché nell’educazione
sessuale può essere necessario tornare sugli stessi argomenti in età
differenti: al crescere dell’età gli stessi argomenti verranno
illustrati in maniera più esaustiva nel resto del documento.
Finisce
l'era della cicogna e dell'omologazione.
D'altronde
il diritto del bambino all’informazione è stato altresì
riconosciuto dalla Convenzione
sui diritti dell’infanzia dell’ONU,
che ha visto la luce nel 1989 e da allora è stata ratificata dalla
maggioranza degli Stati. La Convenzione afferma chiaramente il
diritto alla libertà di espressione e il diritto di ricercare,
ricevere e divulgare informazioni e idee di ogni natura (articolo
13); l’articolo 19 indica il dovere degli Stati di adottare delle
misure educative per proteggere i minori, dall’abuso sessuale.
Ma
è importante citare anche un documento dell'Unesco (2009b),
p. 2) lì ove si afferma che “E’
definita Educazione Sessuale un approccio, adeguato all’età e alla
cultura, nell’insegnamento riguardante il sesso e le relazioni
attraverso la trasmissione di informazioni scientificamente corrette,
realistiche e non giudicanti. L’educazione Sessuale offre, per
molti aspetti della sessualità, l’opportunità sia di esplorare i
propri valori e atteggiamenti, sia di sviluppare le competenze
decisionali, le competenze comunicative e le competenze necessarie
per la riduzione dei rischi.
Per
quanto riguarda la scuola primaria si evidenzia che i bambini
diventano più chiusi e pudichi. La loro sessualità è quiescente e
lo sviluppo morale alimenta un crescente senso di vergogna al
riguardo.
Nel
documento si scrive che “In questa fase si presentano i giochi a
sfondo sessuale: sono stati osservati in un terzo dei maschi di otto
anni e la percentuale aumenta gradualmente al crescere dell’età.
In linea generale, l’attività sessuale è meno diffusa tra le
bambine ma anche per loro l’interesse per la sessualità aumenta
con la crescita. Ai bambini (dall’età di cinque anni e
specialmente tra i sette e gli otto) piace mostrare i propri genitali
ed anche guardare i genitali degli altri bambini. La motivazione
principale risiede nella curiosità e nella sete di conoscenza. La
sessualità infantile è molto più ampia di quella di un adulto
medio e può essere considerata come un aspetto dello sviluppo della
sensualità, che fa parte dello sviluppo psicologico, sociale e
biologico”.
I
principi che caratterizzano l'educazione sessuale dell'imminente
futuro sono importanti specialmente per quanto concerne la diversità
nel vivere la propria sessualità.L’educazione sessuale poggia saldamente sui principi di equità di genere, autodeterminazione e accettazione della diversità, deve essere intesa come un contributo verso una società giusta e solidale, attraverso l’empowerment delle persone e delle comunità locali ma deve anche rispettare la diversità sessuale e le differenze di genere, per conseguire quel grado di consapevolezza dell’identità sessuale e dei ruoli di genere che oggi giorno è contrastata da una sempre maggiore crescente, ad esempio, omofobia.
Essere
in grado di instaurare relazioni (sessuali) paritarie in cui vi siano
comprensione reciproca e rispetto per i bisogni e i confini reciproci
contribuisce alla prevenzione dell’abuso e della violenza sessuale
.
Nell’organizzare
i contenuti di ciò che deve essere insegnato a una determinata età,
sono state definite delle fasce
di età in
base ai compiti di sviluppo.
Le
fasce di età sono 0-4 anni, 4-6 anni, 6-9 anni, 9-12 anni, 12-15
anni, e dai 15 anni in su; sono state scelte concordemente alle fasce
di età dell’OMS e in quanto corrispondono alle fasi evolutive.
Insomma
è arrivato il momento per la scuola italiana di accogliere le
indicazioni come fornite dall'OMS per modernizzarsi e rendere
l'individuo più libero, consapevole ed abbattere ogni muro di
pregiudizio.
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