Ancora una volta colpito il cippo di Peteano da mano ignota fascista? Atto da condannare nell'attesa della posa di una nuova targa che ne ricordi la matrice fascista

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Per la seconda volta e nel mese di luglio, una o più mani ignote, hanno imbrattato con della vernice il cippo di Peteano dedicato a  Franco DONGIOVANNI, Carabiniere, Antonio FERRARO, Brigadiere C.C., Donato POVEROMO, Carabiniere Scelto.  Vittime del terrorismo neofascista con la complicità di un sistema corrotto che ha prodotto depistaggi e insabbiamenti per lungo corso. Le domande che sorgono sono varie, perchè si colpisce sempre nello stesso periodo? Sarà qualche vacanziero di passaggio o di ritorno in queste terre nel mese di luglio? C'è qualche messaggio politico? Sicuramente non lo si colpisce per diletto o perchè non si ha nulla da fare. E la matrice è  politica e l'origine potrebbe essere fascista? Probabilmente sì, perchè tanto il contesto politico europeo e globale che il senso di quell'imbrattamento potrebbero indurre a far pensare ciò. Si è imbrattata la memoria di vittime di un attentato fascista. Ci è voluto del tempo, tanto, per ripulirlo dopo il primo imbr...

Le ronde 2.0




Armati di macchina fotografica o telefonino, li vedrai circolare per le città con lo scopo di immortalare persone che rischiano, con i loro comportamenti, di compromettere l'ordine prestabilito.
Fotograferanno ciclisti sul marciapiede, persone consumare bisogni per strada, persone consumare pasti per strada, persone picchiarsi per strada, persone fare qualsiasi cosa per strada, ma quel qualcosa deve turbare l'animo del sentimento comune dell'italiano medio.
E poi con un click ecco la rete , principalmente su facebook con i suoi gruppi locali, molti in FVG, e pagine diventare la vetrina ove esporre la propria "preda". A volte quelle foto, violando ogni privacy, vengono usate come pretesto per fomentare cattiverie e non è escluso che possa derivarne anche una sorta di caccia all'uomo , altre volte vengono diffuse semplicemente per denunciare comportamenti poco civili in base alle regole ed ai costumi occidentali.
Le ronde 2.0 sono una realtà, anche se virtuale, e ciò non lo si deve sottovalutare.
Un conto è fotografare cose, oggetti, che magari possono essere ricondotte a gesti degni del peggior malcostume, un conto è fotografare le persone, con visi ben visibili e rendendole facilmente identificabili. Attenzione potresti essere tu, che ora leggi questo intervento, ad essere stato o stata fotografato o fotografata.
Nelle piazze, nelle strade, non ci si parla più.
Ognuno cammina per la propria via, spesso guardando in basso ed i propri piedi, difficilmente si incroceranno gli sguardi e quando questo accade è spesso per sentimento di sfida.
Ma il non parlarsi, il non confrontarsi, conduce all'estremo.
Questo estremo sarà l'insulto, l'insulto che dilagherà prima per le vie di internet, dove accade di tutto e di più e poi rischia di diventare concreto nella realtà ordinaria che va oltre la tastiera ed il computer.
Questo è uno dei problemi della rete, che ha certamente facilitato la condivisione e la diffusione di notizie ed informazioni, ma nello stesso tempo ha comportato una reale accelerazione della mancanza di dialogo oltre i muri della propria stanza.
Le ronde 2.0 sono variegate,  però spesso  tendono a segnalare comportamenti “incivili” assunti  in via prevalente da persone non italiane rischiando di essere una fionda per l'intolleranza. D'altronde basta l'errore commesso da un solo soggetto per attaccare una intera comunità  e di precedenti, in FVG ve ne sono diversi.

Marco Barone  

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