Obiettivo?
32
miliardi di euro da conseguire entro il 2016.
Lo
scopo?
Condurre
l'Italia al livello medio europeo.
Come?
Abbassando
la tassazione sul lavoro.
Insomma
si taglierà nel pubblico per incentivare il privato.
Certo,
è vero che vi sono sprechi che ben hanno rispecchiato il sistema
clientelare che ha retto sia la prima che la seconda Repubblica.
E'
vero che andrà rivisto il sistema delle province, io per esempio
sarei favorevole anche all'accorpamento delle Regioni,
salvaguardando quelle a Statuto speciale, accorperei quelle più
piccole ed abolirei tutte le province ma salvaguarderei invece il sistema
dei Comuni.
Ma
il vero punto della questione sono i servizi pubblici, il lavoro e le
condizioni di lavoro dei dipendenti pubblici.
Tagliare
nel pubblico per dare ai privati, alle aziende, significa incidere,
ancora ed ancora, sui diritti già lesi del dipendente pubblico.
Imporre
nuovi obblighi contrattuali, ridurre gli stipendi, bloccare le
assunzioni e conseguentemente colpire anche i servizi pubblici e
sociali ed a quel punto anche l'intervento del capitale privato sarà difficilmente evitabile. Vogliono colpire al cuore il sistema pubblico, nelle casse, per renderlo più debole,
e destinare i soldi alle aziende per il noto cuneo fiscale.
La svendita del nostro patrimonio è già iniziata. Migliaia di beni immobiliari sono sul mercato pronti per essere comprati al momento giusto, quando il loro valore sarà al minimo.
La stessa cosa accadrà con i servizi pubblici se non si fermerà questa operazione.
Perché togliere 32 miliardi di euro dal pubblico per forza di cose vuol significare la necessità di garantire certi e dati servizi con il capitale privato.
Eppure
vi sarebbero altri ed infiniti modi per attingere risorse da destinare, per esempio, al settore del lavoro privato..
Patrimoniali
nei confronti del 10% della popolazione che detiene oltre il 50%
della ricchezza nazionale, demolire le spese militari, ed i miliardi di euro tolti al pubblico, per contrastare alcuni sprechi determinati dalla cattiva politica, dovrebbero, a parer mio, ritornare al pubblico investendo in istruzione, cultura, turismo e ricerca. Perché questa forma di
investimento porterebbe ricchezza per tutti.
Ma hanno deciso di porre in competizione il pubblico con il privato, due sistemi che si affronteranno, porranno i dipendenti pubblici
in competizione con i dipendenti privati, divideranno i fronti unici
possibili di lotta, perché alla fine ognuno difenderà il proprio
arido orticello.
Il problema è e sarà sempre lo stesso, il capitalismo.
E' il capitalismo che deve essere licenziato non i lavoratori.
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