Trieste,
Trieste, cosa mai sei tu Trieste? Governata
dall'artificio umano irriverente verso l'ululato di tal Bora che tra
le acque del golfo ed il rude Carso spazza via ogni idiozia sintomo
della viltà e di quel sentimento che gonfia la vela
dell'opportunismo nel profano tempio del profitto.
Eppure
un giorno il tuo mare ritornerà ad inondare di profumo aspro ma vivo
quelle vie assopite, la dignità del tuo essere libertà regnerà
nell'armonia dell'essere Città né slava, né italiana, né
austriaca, ma di tutti, perché tu Trieste sei di tutti.
Oggi
appartieni all'Italia.
Quell'Italia
di Giuda.
La
principale religione d'Italia, un tempo anche religione di Stato, è
fondata sul bacio del tradimento.
Quel
tradimento che l'Italia ha sempre coltivato nel suo essere Stato
opportunista e vestita dal complesso di inferiorità.
Hai
voluto, Italia, essere grande, enfatizzando ogni atto, dall'impresa dei Mille
alla marcia d'occupazione di Fiume, guidata da tal guerrafondaio e
massone 33º grado della Gran Loggia d'Italia degli ALAM, D'annunzio,
al grido Eja, Eja, Alalà.
Hai
tradito il Re d'Etiopia con il noto Trattato di Uccialli,
l'articolo 17 così si esprimeva nella versione italiana:
«S. M. il Re dei Re d’Etiopia consente
di servirsi del Governo di S. M. il Re d’Italia per tutte le
trattazioni di affari che avesse con altre potenze o Governi»,
sancendo dunque il protettorato italiano sull’Etiopia. Ma la
versione originale del testo in amarico riportava: “ Sua Maestà
il Re dei Re d'Etiopia può
trattare tutti gli affari che desidera con altre potenze o governi
mediante l'aiuto del Governo di Sua Maestà il Re d’Italia”.
E
da lì nascerà il pretesto per la guerra d'Abissinia che con la
disfatta di Adua verrà incisa nel cuore e nella mente dei governanti
italiani quel segno indelebile di inferiorità rispetto alle potenze
coloniali inglesi, francesi che voleva emulare nelle scellerate
politiche del colonialismo.
Ma
l'Italia sino al 1915 avrà solo l'Eritrea e la Somalia, povere di
risorse nell'attesa del
perfezionamento della campagna di Libia.
La
tua voglia di diventare una grande potenza, per emulare quello che fu
l'Impero Romano, ti spingerà a tradire la Triplice Alleanza, il 25
aprile del 1915 firmerai il Patto di Londra e quando dichiarerai
guerra all'Austria, Trieste si rivolterà. Verranno chiamati
delinquenti, barbari, incivili, coloro che assaliranno, per esempio,
la notte del 23 maggio 1915, le sedi principali delle associazioni
filo-italiane, ivi inclusa la sede del quotidiano il Piccolo. Ma
erano cittadini che dissero no al tradimento.
Tu
Italia, potevi essere neutrale, potevi evitare di rincorrere la
guerra, tu Italia, che ora piangi e glorifichi sull'altare della
patria, parte dei tuoi morti, senza piangere tutti i tuoi morti, sei
responsabile delle guerre che hanno martoriato tal Paese. Lacrime e
medaglie vigliacche, milioni di persone uccise dal tuo spirito di
tradimento, milioni di persone uccise per quella voglia di emulare l'
Impero Romano che ha drogato il cuore e l'anima di intere
generazioni.
Il
bacio di Giuda, è nel profondo della tua anima, Italia.
E
Trieste, città di nessuno ma di tutti, è stata, innaturalmente,
assoggettata a vari regimi e regni e governi. Nel tempo della "grande paura per la borghesia" hai conosciuto l'incendio del Narodni Dom ed il rumore e la violenza dei
cannoni, in quella San Giacomo che ancora resiste.
Dopo
l'annessione all'Italia, anche durante il malefico fascismo e
l'ennesimo tradimento dell'Italia, Trieste sarà solo una Città di
confine, brutalmente italianizzata offendendo la sua e viva indefinita cultura Mitteleuropea, soffrirà il suo porto franco e libero, da città franca,
diverrà città affranta dall'assistenzialismo che perdura ancora
oggi. Hai conosciuto
sofferenze e conquiste, violenze e disumanità, ma tu, cara Trieste,
sei stata sempre oggetto di scambio, nel gioco del baratto
internazionale, un gioco beffardo ed umiliante e degradante. Tradita
anche da chi doveva attuare il Trattato di pace, quell'Onu che ha
acconsentito alla tua desolazione perdurante. La
soluzione ai tuoi mali Trieste non potrà arrivare da chi ha causato
il tuo male. Cammini
oggi per le strade di Trieste, non potrai non notare il degrado e
l'incuria, non potrai non notare le violenze esercitate dai regimi,
demolita la sua storia, demolita la sua essenza. Ed
il mare ha smesso di essere il tuo cuore pulsante. Il
mare è lì, fermo, a volte rabbioso inonda quella Piazza della
simulata ed imposta Unità d'Italia. Le
tue fontane hanno smesso di bagnare i sogni oramai perduti, i tuoi
orologi hanno smesso di segnare il tempo della tua speranza. Si scava per profitto nella tua terra, e giorno dopo giorno, una pietra dopo l'altra,
pilastro fondante la tua dignità, sprofonda nell'abisso di quel
golfo ora silente ora funesto.
Esiste il principio di diritto, che dovrebbe
caratterizzare ogni processo reale di governo del popolo e dunque ogni democrazia reale e sostanziale, che vuole
rispettata senza condizione alcuna, la sovranità del popolo
medesimo. L'autodeterminazione dei popoli obbliga gli Stati
della Comunità internazionale a non impedire o anche intralciare
l'autodeterminazione stessa, intesa come libertà degli stessi di
autodeterminare il proprio assetto costituzionale, economico,
politico e sociale. Che
sia il popolo e solo il popolo a governare se stesso senza delegare
nulla a terzi, che sia Trieste, nel rispetto di tale principio a decidere se essere Italia, essere libera, essere slava, austriaca,
indipendente o autonoma. Insomma sarai quel che tu vorrai essere, purché sia
il tuo popolo a decidere, ora per sempre, cosa tu Trieste dovrai
essere. Città felice, città infelice, città senza anima, città
dalle mille anime, città senza confine, città di confine o
semplicemente Trieste.
Commenti
Posta un commento