Il
Governo giura al Quirinale ma davanti a Palazzo Chigi si consumerà
un qualcosa che è ancora non chiaro. Dopo
qualche settimana di dibattito, perplessità, tra chi collegava
l'attentato alla 'ndrangheta per colpire il M5S e chi denunciava il
complotto o chi semplicemente accettava la versione dello sparatore,
è calato, sul quel 28 aprile 2013, il silenzio.
Alcune
cose che non sono ancora oggi state chiarite.
Treno
Lo
sparatore partirà da Gioia Tauro alle 9.35 di sabato, alcune telecamere lo immortaleranno alle 9.20
con una borsa, una borsa che quando è uscito di casa non aveva. Non prenderà il diretto per Roma, ma un treno con cambi od a Napoli o Salerno.
Perché
partire da Gioia Tauro e non da Rosarno, luogo ove domiciliava?
Perché
prendere un treno con cambio a Napoli od a Salerno e non diretto per Roma?
Pistola
Beretta
7,65, con la matricola abrasa, di provenienza illecita, modello 70,
sparerà.Una
pistola ben nota sia alla 'ndrangheta che alla camorra. In
Italia venne adottata dal Corpo Forestale dello Stato ma si diffuse
fra polizie private e vigili urbani. Le Beretta 70 in calibro 7,65
passeranno certamente alla storia nell'attacco terrorista del 27
dicembre 1985.
Genova
e 'ndrangheta
Dalle
prime indiscrezioni, nate dalle dichiarazioni dell'interessato,
sarebbe emerso che quella pistola, lo sparatore, l'avrebbe ottenuta
al mercato nero di Genova nel 2009.
Nel
2009 a Genova risultano varie ed importanti operazioni contro la
'ndrangheta.
In
particolare, le risultanze investigative hanno consentito di
individuare un sodalizio transnazionale, strutturato gerarchicamente
ed articolato in cellule dislocate in Calabria, Lombardia, Lazio,
Marche e Liguria, nonché in Spagna, Albania, Grecia, Cile, Bolivia e
Perù. Tra i destinatari della misura restrittiva vi saranno
elementi contigui a storiche consorterie della Locride. Per quanto
riguarda l’evoluzione futura della minaccia, l’evidente pressione
investigativa esercitata su Gioia Tauro - che ha consentito di
conseguire diversi risultati nel contrasto al traffico internazionale
di stupefacenti – potrebbe, secondo gli investigatori, a medio
termine, indurre i sodalizi a decentrare le proprie attività verso
altri importanti scali marittimi nazionali, la cui affidabilità è
stata già testata in passato. Le risultanze investigative del 2009 a
Genova hanno evidenziato l’importanza che hanno assunto la città
di Genova e la Liguria in generale, quali crocevia internazionali del
traffico di stupefacenti Nella provincia di Genova, le attività
della cosca MACRÌ sono state contrastate sul piano giudiziario: il
Tribunale di Genova ha condannato un gruppo di persone appartenenti
al cennato sodalizio a pene variabili da 1 ad 8 anni di reclusione
per traffico di sostanze stupefacenti e detenzione illegale di armi.
Vi è stata anche l’operazione “DOLLY SHOW”217, condotta
dalle Squadre Mobili di Palermo e di Reggio Calabria, che ha fatto
luce su una rete di trafficanti sidernesi facenti capo a due elementi
contigui alla famiglia COMMISSO, che rifornivano di sostanza
stupefacente, tipo hashish, un’organizzazione palermitana, nonché
altri soggetti dediti allo spaccio in Toscana e sulle piazze di
Genova e Roma.
Lo
sparatore, come è evidente dalla dinamica dei fatti, colpirà i
carabinieri e non i politici.
Avrebbe
potuto colpirli innanzi al Quirinale, avrebbe potuto aspettare il
loro arrivo a Palazzo Chigi. Alcune testimonianze riportate dalla
stampa dicono che aveva tentato, per due volte, di oltrepassare i
confini di Piazza Colonna, probabilmente scoraggiato ha sparato
contro lo scudo dello Stato i Carabinieri.
Una
delle frasi che lo sparatore pronuncerà e che faranno il giro dei
media sarà: "Per favore, allentatemi le manette, non sento il
braccio". Con queste parole lo sparatore si è rivolto alle
forze dell'ordine che lo hanno bloccato dopo l'attentato fuori da
Palazzo Chigi.
L'obiettivo
erano non i politici ma i Carabinieri all'atto dell'insediamento del
Governo?
E'
realmente senza mandante lo sparatore?
Allentare
le manette alla criminalità organizzata, in particolar modo alla
'ndrangheta, potrebbe essere un qualcosa che non deve sorprendere. Ma
sarebbe talmente diabolica come strategia, come forma di
comunicazione, di attacco, che se corrispondente al vero, altro
effetto non avrebbe che comportare una lettura totalmente innovativa
sulle nuove strategie di tensione in essere.
Forse
il fatto che lo sparatore abbia compiuto tutto realmente da solo, che si
sia armato magari rivolgendosi alla criminalità locale calabrese, o
forse campana, o forse romana, ma con le dovute referenze, questo saranno le indagini a dirlo,
saranno le indagini a dire quali sono state le mosse dello sparatore
durante il periodo di attesa alla stazione di Napoli, o nel suo
breve soggiorno a Roma, per realizzare un gesto eclatante, vigliacco,
come accaduto a Brindisi, e le analogie sono, in via inquietante,
incredibilmente simili, ebbene ciò reca ancora più senso di
sconcerto rispetto ad un possibile coinvolgimento di qualche
mandante, misterioso e nascosto nell'ombra. La pericolosità del
singolo individuo che sfugge al controllo della tela del ragno.
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