Il mondo gattopardiano dopo il coronavirus

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C'è stato un tempo sconvolgente che sembrava non finire più. Sembrava che il mondo perduto non sarebbe più potuto tornare. Sembrava tutto. E invece, non è cambiato niente. Dopo settimane di bombardamenti mediatici ai limiti del terrorismo psicologico su come ci si dovesse comportare per evitare di essere contagiati dal cornoavirus e non incorrere nella covid19, sembraba impensabile pensare che il post coronavirus, potesse essere come il prima. Nulla sarà come prima, si diceva. Ci sarà un prima coronavirus, un dopo coronavirus. Si ripeteva.  La stretta di mano sembrava essere destinata all'estinzione, gli abbracci, essere ridotti al minimo, il baciarsi sulla guancia, due, tre volte, all'italiana, a rischio estinzione come i dinosauri, e che dire della distanza di sicurezza sociale di almeno un metro? Si temeva che questo potesse essere il modo tipico delle relazioni "aosciali".  Si pensava che potesse derivarne l'Italia dei balconi di D'Annunzio e Mussol...

Sai ho avuto un sogno

Sai ho avuto un sogno,
ero un cantante, io e il palco
fumo e urla
sudore e musica

Sai ho avuto un sogno
ero un calciatore
un dribbling, un calcio al pallone,
il cuore si ferma
il respiro in affanno
e goal
anche se volevi fare il portiere,
un portiere che segna un goal
tra nebbia e cori

e poi ti sporgi da quella finestra immobile e senza parole
vedi il presepio carsico
vedi il faro verde del porto
ascolti la pioggia nell'estate autunnale
assapori una goccia di rum

Sai ho avuto un sogno,
ero un poeta, pagine senza inizio né fine
righe senza ordine alcuno
disordine nel caos

E poi impugni la vecchia biro
cerchi un foglio bianco
riciclerai la bolletta non pagata
e scriverai quel sogno che non hai avuto

Pensi ai viaggi in macchina
alla catapulta nell'abitacolo
alle cassette di Baglioni e Cocciante
ai cd dei Velvet underground
agli esami della maturità
agli esami dell'università
al primo telefonino
un mostro nero e possente
un regalo di seconda mano
alla tua prima imposta comunione
alla tua prima libera occupazione
al tuo primo incidente
al tuo primo dente
e scriverai
sulla bolletta non pagata
il sogno che non hai avuto
Nichilismo e disfattismo
una penna ed una tastiera
una speranza nella speranza
e non lo sai se domani ci sarai
non vuoi morire senza essere ricordato
anche se a dire il vero
questo non lo saprai mai

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