La
Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia sottoscritta a
New York il 20 novembre 1989 è stata ratificata dall'Italia il 27
maggio 1991 con la legge n. 176 .
Ai
sensi della presente Convenzione s'intende per fanciullo ogni essere
umano in età inferiore ai
diciotto
anni, a meno che secondo le leggi del suo Stato, sia divenuto prima
maggiorenne.
Come
è noto il
sistema InValsi con le sue prove ha evidenziato rilevanti elementi di
criticità in particolar modo su due fronti. La discriminazione nei
confronti degli studenti con disabilità, le cui prove da un lato non
faranno media, e dall'altro, durante lo svolgimento delle stesse,
vede, salvo diversa organizzazione, questi studenti essere
allontanati dalla classe, come testimoniato da più voci.
Il
secondo elemento di riflessione cade sulle sanzioni che hanno colpito
gli studenti” ribelli” che hanno manifestato liberamente il
proprio pensiero, con atto civile di disobbedienza, ma sono stati
sanzionati, si è parlato anche di sospensioni per non aver risposto
a queste prove.
Soffermiamoci
ora su questo punto. Gli Stati parti s'impegnano a rispettare i
diritti che sono enunciati nella Convenzione ed a garantirli ad ogni
fanciullo nel proprio ambito giurisdizionale, senza distinzione
alcuna per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di
religione, di opinione
politica
o di altro genere, del fanciullo o dei suoi genitori o tutori, della
loro origine nazionale, etnica o sociale, della loro ricchezza, della
loro invalidità, della loro nascita o di qualunque altra condizione
Gli Stati parti si impegnano ad adottare ogni misura appropriata di
natura legislativa, amministrativa e d'altro genere per dare
attuazione ai diritti riconosciuti in questa Convenzione. Per quanto
attiene i diritti economici, sociali e culturali, gli Stati parti
adottano tali misure in tutta la gamma delle risorse di qui
dispongono e, all'occorrenza, nel quadro della cooperazione
internazionale.
In
merito alla libertà di espressione
si rileva che il fanciullo ha diritto alla libertà di espressione.
Questo diritto comprende la libertà di ricercare, ricevere e
diffondere informazioni e idee di ogni genere, a prescinderne dalle
frontiere, sia verbalmente che per iscritto o a mezzo stampa o in
forma artistica o mediante qualsiasi altro mezzo scelto dal
fanciullo. Ma l' esercizio di questo diritto può essere sottoposto a
talune restrizioni, che però siano soltanto quelle previste dalla
legge e quelle necessarie:
a)
al rispetto dei diritti e della reputazione altrui;
b)
alla salvaguardia della sicurezza nazionale o dell'ordine pubblico,
della salute o della moralità
pubblica.
Dunque
rispetto dei diritti e della reputazione altrui, o salvaguardia della
sicurezza nazionale, ordine pubblico, della salute o moralità
pubblica.
Il
non aver risposto a quelle prove, l'aver manifestato con quel gesto
una forma civile di disobbedienza tutelata dalla citata Convenzione,
renderebbe nulle tutte le sanzioni comminate, poiché nessuna
salvaguardia della sicurezza nazionale, ordine pubblico e via dicendo
può essere correlata al sistema Invalsi ed alle sue prove, nessuna
restrizione della libertà di espressione e di critica, con qualsiasi
mezzo manifestata, può essere comminata, salvo i limiti citati ma
non applicabili al caso di cui trattasi.
L'articolo
23 della Convenzione invece ricorda che gli Stati patti riconoscono
che un fanciullo fisicamente o mentalmente disabile deve godere di
una vita soddisfacente che garantisca la sua dignità, che promuova
la sua autonomia e faciliti la sua partecipazione attiva alla vita
della comunità, mentre l'articolo 28 comma 1 che gli Stati parti
devono prendere ogni misura appropriata per assicurare che la
disciplina scolastica venga impartita rispettando la dignità umana
del fanciullo ed in conformità alla citata Convenzione. Quanto è
compatibile con i principi della Convenzione, ratificata dall'Italia,
dunque fonte di diritto, tutto quello che è accaduto agli studenti
con disabilità durante le giornate delle prove Invalsi?
Si
deve forse denunciare il tutto anche al Segretario
dell'Organizzazione delle Nazioni Unite?
La ringrazio moltissimo di queste informazioni e questo inquadramento della questione. Sono la portavoce dei ragazzi della II BSU e mamma di una di loro. Oggi è arrivata la preannunciata sanzione: poichè le prove Invalsi promanano dal Ministero sono obbligatorie; poichè i ragazzi hanno motivato il rifiuto ad effettuarle; poichè questo è inaccettabile: in sede di consiglio di classe, e quindi di scrutini finali, i docenti valuteranno la "congruità" del comportamento sul piano disciplinare e della condotta.
RispondiEliminaOra, mia figlia ha una media scolastica tra l'8 e il 9, quindi poco ci preoccupa l'eventuale batosta; ma ci sono ragazzi che non se la passano così bene. E vanno quindi difesi e sostenuti a maggior ragione.Sono stati così uniti, ed educati, e fieri pur silenziosi di fronte alle reprimende urlate della preside, e senza gesti di stizza quando non riuscivano a spiegare le loro ragioni...come faccio a non aiutarli? Le sue argomentazioni ci saranno utilissime. Ancora grazie. Martina Luciani
Grazie! Io è da anni che scrivo di tutto e di più contro l'invalsi ecc ecc, ci provano sempre ad intimorire chi osa la critica o semplicemente chi dice no con cognizione di causa. L'importante è rimanere uniti e compatti e non cedere, è fondamentale il coinvolgimento di tutta la comunistà scolastica, studenti, docenti, genitori, che hanno maturato consapevolezza e non lasciare da solo chi lotta!
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