Il 1 luglio è alle porte
e la Croazia sarà, sulla carta, il 28° Paese dell'Unione Europea,
ma con alcune limitazioni.
Se una persona si
immagina che entrare in Europa vuol significare sin da subito la fine dei confini,
la possibilità di circolare liberamente, sbaglia. Lo spazio Schengen
rappresenta un territorio dove la libera circolazione delle persone
è garantita. Gli Stati firmatari del trattato hanno abolito tutte le
frontiere interne sostituendole con un'unica frontiera esterna. Ma la
Croazia, almeno fino al 2015, sarà di fatto confine all'interno
dell'UE.
Certo Schengen non è la
perfezione assoluta, può essere sospeso per ragioni politiche o di
presunta sicurezza interna, pensiamo al caso del G8 in Italia, che ha
sospeso sia nel 2001 che in quello dell'Aquila l'applicazione di tale
Trattato. Il diritto di protestare e manifestare e circolare
liberamente è stato sospeso nel nome di
una presunta sicurezza interna.
Nel Trattato che prevede
l'adesione della Croazia all'UE si rileva che è istituito uno
strumento Schengen a carattere temporaneo (in prosieguo: "strumento
temporaneo Schengen") allo scopo di aiutare la Croazia a
finanziare, fra la data di adesione e la fine del 2014, azioni alle
nuove frontiere esterne dell'Unione per l'attuazione dell'acquis di
Schengen e il controllo di tali frontiere. Per il periodo dal 1°
luglio 2013 al 31 dicembre 2014 sono messi a disposizione della
Croazia, sotto forma di pagamenti forfettari in virtu' dello
strumento temporaneo Schengen diversi milioni di euro. Qualora la
Croazia non adempia gli impegni assunti, si legge sempre all'interno
dell'accordo citato, nell'ambito dei negoziati di adesione,
compresi gli impegni in una delle politiche settoriali inerenti alle
attivita' economiche con effetti transfrontalieri, recando in tal
modo un grave pregiudizio al funzionamento del mercato interno o
ponendo una minaccia agli interessi finanziari dell'Unione o un
rischio imminente di siffatto pregiudizio o minaccia, la Commissione
puo' adottare le misure appropriate entro la fine di un periodo
massimo di tre anni dall'adesione e su richiesta motivata di uno
Stato membro o di propria iniziativa. Tali misure sono proporzionate
e la precedenza e' accordata a quelle che turbano il meno possibile
il funzionamento del mercato interno e, se del caso, all'applicazione
dei meccanismi di salvaguardia settoriali esistenti.
Tradotto in parole
semplici, se la Croazia turberà l'equilibrio dell'economia interna,
dei mercati interni dell'UE, avrà delle pesanti sanzioni.
La Croazia per almeno tre anni sarà sì all'interno dell'UE, ma a
metà e farà di tutto per ottemperare quanto richiesto . Ma nel
dubbio Slovenia in testa, probabilmente seguita anche dall'Italia,
decidono di autotutelarsi applicando la moratoria.
Ciò comporterà che i croati, sebbene cittadini europei, sulla
carta, per lavorare regolarmente in quei Paesi della UE che decidono
di autoregolarsi, dovranno ottenere un permesso di lavoro identico a
quello previsto per i cittadini di Paesi non comunitari.
Solo quando saranno soddisfatte le esigenze del mercato, quando si
offriranno segnali positivi in tal senso, liberalizzazioni, privatizzazioni, si potrà poi, in un
secondo tempo, pensare all'estensione dei diritti a favore del così
detto popolo. La vigilanza dovrà essere massima, per tutelare il
territorio, il paesaggio, la storia e l'ambiente dalle speculazioni
edilizie, i paradisi ritrovati che caratterizzano la Croazia,
rischiano di far gola al capitalismo made Ue o sponsorizzato dalla
Ue.
Certamente si
velocizzeranno le procedure di controllo al confine, ma rimarranno
per un lungo periodo sempre tali, sia via mare che via terra, insomma una Croazia sotto
osservazione per tre anni, sino al 2015 certamente non godrà dei
diritti di Schengen, dovrà aspettare una decisione del Consiglio
Europeo in tal senso dopo le dovute verifiche.
Ma che Europa è quella
che teme i propri concittadini? Il proprio popolo? Che pensa solo al
mercato interno, all'economia? Che Europa è quella che non si
preoccupa delle condizioni dei lavoratori? Andrebbero sanzionate invece tutte
quelle aziende che sfruttano manodopera per attingere vantaggi
economici , profitti ed utili cogliendo l'attimo offerto
dall'opportunità di mercato del lavoro indegno . Appunto, il lavoro
non dovrà essere più mercato e l'Europa non dovrà essere più solo
ed esclusivamente economia. A questo punto è forse meglio dire che
la Croazia sarà realmente uno Stato della UE solo a partire dal
2015, salvo diverse situazioni, ovvero quando si concluderà il
periodo di osservazione e quando potrà godere di tutti i diritti in
tal senso come deliberati dal Consiglio Europeo
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