L'Europa
del Sud è palesemente sotto attacco.
Spagna,
Portogallo, Grecia, Cipro,Italia, e paesi confinanti, come Slovenia,
la Croazia, Cipro, sono letteralmente sotto un violento attacco.
Nè
bombe, né missili, né rifugi sotterranei ma Borse, numeri e cifre,
banche, fallimenti, protesti, debiti e ricatti.
E'
una guerra all'interno del capitalismo tramite lo strumento più
sconosciuto, fino a qualche anno addietro, ora servito su ogni tavola
di ogni cittadino di questa Vecchia Europa, ovvero quello della
finanza e dei mercati.
Nessuna
crisi del capitalismo, ma solo guerra nel capitalismo con
l'inevitabile effetto del massacro sociale che colpisce i popoli,
così come accaduto in ogni tradizionale guerra.
Fame
e povertà, disperazione e depressioni e vittime.
Ciò
per quell'effetto collaterale e prevedibile della disperazione, della
depressione, della guerra tra poveri o di condizioni di lavoro sempre
più disumane o della perdita di ogni fiducia e speranza.
Speranza
fuggita ed in piena latitanza.
Ed
ecco nascere nazionalismi, populismi, protezionismi, qualunquismi
identitari, razzismi e violenze di Stato.
Si
massacrano i diritti dei lavoratori, tutte le conquiste nate dal
maggio francese sono state violentate dalle speculazioni finanziarie
e supportate dalle azioni del capitalismo di Stato.
In
Italia tra gennaio e settembre del 2012 sono uscite dal mercato 55
mila aziende, 45.280 fallimenti registrati fra 2009 e 2012 e
nel 2012 si contano 47mila società protestate
(+8,8% sul 2011).
Tutti
dati che ovviamente sono destinati a peggiorare nel 2013.
Aumenta
la delocalizzazione, in Cina, India,in Romania, in Bulgaria, in
Polonia, in Canton Ticino (Svizzera), Austria, in Brasile e Panama.
Disoccupazione
di cui si conosce l'inizio ma non la fine, precarietà sempre più
sottile e precaria, e nello stesso tempo la Germania vede il proprio
PIL in crescita, anche se solo dello 0,1% nel primo trimestre 2013.
La
Germania dovrebbe chiudere il 2013 in pareggio di bilancio, e con un
avanzo pari allo 0,5 per cento del Pil nel 2014 . Secondo la
famigerata agenzia Moody’s , che ha confermato la tripla “A”
alla Germania, con outlook negativo in tale Stato si registra una
vera e propria azione “avanzata, diversificata e altamente
competitiva” e le sue politiche macroeconomiche sono “orientate
alla stabilità”.
Insomma
chi trae beneficio da tutto ciò è la Germania.
Aumentano
i fenomeni di emigrazione verso lo Stato tedesco, ed aumenta anche
l'instabilità nel resto del Vecchio Continente. La
Germania vince questa guerra, è responsabile delle politiche di
austerità adottate in Europa, austerità che ha facilitato l'attacco
all'economia italiana, che ne uscirà male da questa guerra ed ancora
una volta sconfitta, così come ne uscirà male tutta l'Europa del
Sud.
Perché
non creare un cartello tra i Paesi dell'Europa del Sud contro questo
modo di operare dello Stato tedesco che ha in pugno l'intera economia
dell'Europa? Non
esiste altra via alla solidarietà, si deve edificare una sorta di
cartello equo e solidale tra i Paesi che sono sotto attacco, per
uscire dall'incubo del nazionalismo, per uscire dall'incubo della
recessione, per uscire dall'incubo delle violenze di Stato e di nuovi
fascismi.
La
Germania se ora aprirà la via alla non austerità, o ad una
austerità meno rigida è solo perché vede diminuire il settore
delle esportazioni, dunque solo per propri calcolati interessi
nazionali.
Hanno
massacrato l'economia piccola e grande di intere realtà sociali e
statali, Paesi in svendita, persone che soffrono, persone che vivono
fobie e depressioni di ogni natura, così avanti non si può mica
continuare.
Certamente
quello che viviamo tutti noi oggi non è imputabile esclusivamente
alle politiche imposte dalla Germania, che si è arricchita sulle
sofferenze dell'Europa del Sud, ma è imputabile anche alle
responsabilità di politiche fallimentari adottate nel corso del
tempo in tutti i Paesi dell'Europa del sud avvolti e travolti da
questa nuova guerra. D'altronde il capitalismo è anche ciò. Nessuna
distribuzione equa e solidale delle ricchezze ma solo sproporzionata
ed unilaterale. Il Capitalismo è ingiustizia e le politiche imposte
dalla Germania a discapito dell'Europa del Sud sono, oggi, il simbolo
vivente di questa immensa ingiustizia.
Siamo
in guerra e non lo abbiamo ancora capito.
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