La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Il degrado dell'ex Silos di Trieste, nonostante tutto continua



Da anni si denuncia il degrado dell'area circostante l'ex Silos di Trieste che attualmente ospita un parcheggio coperto, da centinaia di posti auto e poco frequentato, nonché la locale autostazione.
E' situato praticamente in centro città e sarebbe il biglietto da visita per le persone che giungono a Trieste con il proprio mezzo e decidono di parcheggiare in quell'area oppure per coloro che arrivano con l'autobus.
Un palazzo da tempo circondato da reti metalliche, per il rischio caduta di intonaco od altro, reti che circondano anche due targhe che ricordano eventi storici diversi.

Una targa del comune di Trieste, con una corona collocata sulla rete metallica, ricorderà che in quel luogo vi è stato il passaggio degli esuli di Istria, Fiume e Dalmazia accolti a Trieste dal 1947,


 una seconda targa invece, collocata dall'ADPPIA che nei venti mesi di occupazione tedesca (1943/45) partì da quel luogo, la maggior parte dei trasporti della morte diretti dall'Italia ai campi di sterminio nazisti, attraverso i binari dell'area commerciale,con vagoni chiusi o aperti, i vagoni della disumanità.

Storia e degrado convivono.
L'entrata del parcheggio è ancora oggi assediata dall'immondizia, dalla precarietà di una struttura che continua a tenere aperto il dibattito politico in città.
Fiumi di parole che si perdono nella realtà dell'incuria perdurante.

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