Che fine ha fatto la fantomatica prigione di Moro di via Massimi?

Ne avevamo parlato anche su queste pagine, pur esprimendo delle perplessità, su quella che poteva essere stata la prima prigione di Moro, in relazione all'inchiesta del giornalista Zatti della Rai. Il reperto 777 sarebbe stato determinante per indicare la Loyola University di via Massimi. Ma, come già era stato segnalato dal gruppo 16 di marzo e poi in un post significativo pubblicato su insorgenze.net si è sostanzialmente smentito in modo evidente che il reperto 777 corrispondesse a Loyola University. La location era invece la prigione di Ascoli Piceno. Bisognerebbe sul punto chiedersi perchè Morucci avrebbe fatto quel disegno, per quale scopo, e chi gli aveva fornito i dettagli di quel sito carcerario. Altro discorso, è invece, la questione della prima prigione di Moro. Effettivamente non si può escludere che presso la Loyola University possa essere stata la prima temporanea prigione di Moro. Ma la cosa sconcertante è che si è passati dal parlare per alcuni giorni con tanto di s...

Profumo di Laicità nella Scuola?




"Credo che il Paese sia cambiato - spiega il ministro - nelle scuole ci sono studenti che vengono da culture, religioni e Paesi diversi. Credo che debba cambiare il modo di fare scuola, che deve essere più aperto".

Queste parole dichiarate dal Ministro dell'Istruzione Profumo, come riprese da tutti i principali organi di stampa, aprono uno spiraglio importante nella Scuola pubblica italiana.
Uno spiraglio che deve essere colto e coltivato.
Questo è il momento buono per esercitare le giuste pressioni politiche e sociali, anche perché si è in piena campagna elettorale, per intervenire affinché l'ora di religione, nella scuola Italiana, da facoltativa muti in altra tipologia di insegnamento.
E' vero che l' insegnamento delle religioni nelle scuole pubbliche è presente in quasi tutti gli altri paesi europei, salvo casi come la Francia, la Slovenia, la Repubblica Ceca o l'Albania, ma visto che il Vaticano domina in Italia, se partisse proprio dall'Italia un segnale forte di Laicità e civiltà, in questo secolo, certamente si avrebbe effetto domino.
La società è mutata, non è più tollerabile che nella scuola pubblica venga insegnata la Religione.
Esistono le Chiese, esistono gli oratori, esistono tante e variegate realtà ove la Chiesa può esercitare il suo diritto ad insegnare la Religione ad indottrinare i suoi fedeli.
Andando a guardare anche le statistiche della Conferenza Episcopale Italiana si rileva che negli ultimi anni il numero degli studenti "avvalentisi", è in costante calo. Per esempio nel solo 2008/09, è stato calcolato un numero di circa 700.000 studenti "non avvalentisi".
Numeri destinati a crescere.
Ma a prescindere dai numeri o meno, una società moderna, una società che vive di integrazione e solidarietà sociale, una società che vuole trovare il suo lume della ragione nello spirito della laicità oltre ogni fondamentalismo religioso, altro non può fare che respingere l'insegnamento della Religione nella scuola pubblica.
Perché ciò possa accadere occorre una mobilitazione sociale, culturale e collettiva di grande rilevanza, cogliendo l'attimo seminato dal Ministro Profumo.
Una battaglia che deve essere coltivata giorno dopo giorno nelle scuole, ma specialmente oltre gli ambienti prettamente scolastici.
Dunque cogliamo l'invito del Ministro Profumo, cogliamo l'attimo per dire basta ad un sistema concordatario che non ha più modo di essere, incompatibile con il tempo esistente.
Dall'Italia può e deve partire una grande lezione di civiltà e laicità, proponendo eventualmente, come via di mezzo, l'insegnamento della storia delle religioni, che non abbia fini di indottrinamento, materia che dovrà essere insegnata da personale non nominato dal Vescovo o da qualsiasi autorità religiosa, ma semplicemente da chi è inserito nelle graduatorie della scuola, avviando uno specifico percorso di formazione anche per coloro che sono in condizione di esubero.
Certamente ciò comporterà il licenziamento del personale di Religione, ma sarà la Chiesa a provvedere alla loro tutela, garantendo l'insegnamento della Religione nelle loro scuole o nei luoghi di culto.

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