Quello che ora
evidenzierò non è nulla di stravolgente e di sorprendente, è una
semplice norma, proposta al Senato dal gruppo PD ed approvata in via
definitiva nel testo della nota spending review.
Una norma che
riguarda un settore in espansione, ove ruotano interessi economici
rilevanti che riguardano alcuni importanti gruppi aziendali anche
italiani che, in alcuni casi, hanno avuto commissionati progetti e
lavori da importanti organismi internazionali.
Di
cosa parlo?
L'articolo
23 comma 12‐quaterdecies
della spending review afferma testualmente, quanto ora segue: Per
sostenere lo sviluppo delle applicazioni e dei servizi basati su dati
geospaziali e per sviluppare le tecnologie dell'osservazione della
terra anche a fini di tutela ambientale, di mitigazione dei rischi e
per attività di ricerca scientifica, tutti i dati e le informazioni,
acquisiti dal suolo, da aerei e da piattaforme satellitari
nell'ambito di attività finanziate con risorse pubbliche, sono resi
disponibili per tutti i potenziali utilizzatori nazionali, anche
privati, nei limiti imposti da ragioni di tutela della sicurezza
nazionale. A tale fine, la catalogazione e la raccolta dei dati
geografici, territoriali ed ambientali generati da tutte le attività
sostenute da risorse pubbliche è curata da ISPRA, che vi provvede
con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a
legislazione vigente.
Insomma
la scusante formale che ha sostenuto la necessità di proporre questo
emendamento,come poi approvato, è stata la necessità di tutelare
l'ambiente ed il territorio, quella sostanziale di sostenere il
business di alcune aziende.
Se
lo scopo nobile era quello di tutelare l'ambiente ed il territorio si
doveva in via esclusiva limitare l'utilizzo dei dati geospaziali,
acquisiti con fondi pubblici,unicamente allo sviluppo di tecnologie
per fini di tutela ambientale e non anche ai fini di tutela
ambientale.
In
secondo luogo viene coinvolto l'ISPRA che dovrà per forza di cose
ricorrere ad un sistema GIS specifico, di cui ora non è dotato, per
visualizzare i dati spaziali considerati e per effettuare quella
elaborazione dati che poi verrà messa a disposizione del capitale
privato.
Chi
realizzerà il sistema GIS?
Quali
saranno le aziende che utilizzeranno i dati e le informazioni,
acquisiti dal suolo, da aerei e da piattaforme satellitari
nell'ambito di attività finanziate con risorse pubbliche, per fini
di mercato?
Certo
quando dicevo che non è nulla di sconvolgente è la verità.
Basta
pensare alla FIAT che per anni è stata in sostanza finanziata dallo
Stato italiano, dai cittadini, per favorire l'arricchimento di pochi
soggetti.
Ma
quando un capitale è privato, quando l'azienda si assume il rischio
d'impresa, per quale motivo lo Stato, il pubblico, ciò che è
finanziato dai cittadini con le tasse, deve essere utilizzato per
fini di profitto elitario mascherato dalla menzogna dell'utilità
sociale?
Ed
infine quale collegamento emerge tra l'ISPRA, le aziende che operano
nel campo dei dati geospaziali e produzione di GIS ed il governo
italiano? Vi sarà qualche ennesimo caso di conflitto d'interessi?
Internet
a tal proposito può essere una gran risorsa di ricerca...
Un
piccolo comma, difficile da individuare, perché collocato nella
parte finale del corposo testo di legge considerato, un piccolo comma
proposto e voluto dal PD espressione di una politica sinistrata e non
certamente ed eticamente di sinistra.
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