La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

L'Ursus da monumento nazionale a pubblicità commerciale





Il gigante del mare di Trieste continua a far discutere, sognare e polemizzare.
L'Ursus una gru immensa, enorme, realizzata nella versione attuale presso il Cantiere San Marco di Trieste tra il 1930 ed il 1931 che nel 1900 ha aiutato la città a crescere a svilupparsi, dove operai con il loro sudore manovrando quel gigante hanno contribuito alla ricchezza di materiale, economica e storica di Trieste, ora si trova in uno strano limbo.
Attualmente è ormeggiato nei pressi del Molo IV, nel 2011 in città dilagava come un fiume in piena la bella notizia che sarebbe divenuto monumento nazionale, uno dei 60.000 monumenti italiani, protetti e tutelati dal competente ministero e finanziato anche dallo Stato per divenire il simbolo di un secolo, di una Città che ha visto crescere la propria attività portuale e non solo proprio grazie al gigante del mare.
Un gigante che ha sfidato il silenzio e l'indifferenza rompendo gli ormeggi e navigando in solitudine nelle acque del golfo triestino.
Ognuno di noi ha una prospettiva di vita, una propria prospettiva della società, una propria idea del progresso e della tutela dei beni.
Alcuni ritengono l'Ursus come un semplice ammasso ferroso inutile, altri come il simbolo della Trieste portuale, del 1900, un simbolo che deve ritornar in vita.
Tra dibattiti e silenzi accade che in questi giorni una macchina pende dall'Ursus.
Già, è stato organizzato una sorta di evento con tanto di sfida ma con uno scopo chiaramente commerciale ovvero pubblicizzare l'apertura di una nuova concessionaria di vendita di auto a Trieste, auto tedesche per la precisione.

Decido di recarmi ai piedi dell'Ursus e vedere quell'auto penzolare dall'alto della gru, che un tempo trasportava materiali destinati alla città, mi ha dato da riflettere.
E' questo il destino dell'Ursus?
E' come se dalla Torre di Pisa penzolasse una macchina per pubblicizzare una concessionaria.
Non credo che i pisani sarebbero contenti di ciò, ma neanche le persone dotate di un minimo di buon senso e sensibilità.
Certo questa non è la società del sentimentalismo, è la società del lucro.
Ma se l'Ursus è destinato a diventare un simbolo, un monumento nazionale, perché consentire queste iniziative di natura meramente commerciale?
Si potrebbe fare altro per l'Ursus, trasformarlo in un museo itinerante, collocare delle targhe illustrative, spiegare alle nuove generazioni cosa è stato l'Ursus per Trieste, insomma riportarlo in vita attraverso la memoria e non offendere la storia con iniziative a dir poco opinabili e di carattere esclusivamente commerciale.
E per questo motivo dico no alla commercializzazione dell'Ursus, ma nello stesso tempo cogliamo l'attimo per conferire al gigante del mare il giusto ruolo che deve rivestire in una società senza più valori e memoria storica.

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