Il gigante del mare di
Trieste continua a far discutere, sognare e polemizzare.
L'Ursus una gru immensa,
enorme, realizzata nella versione attuale presso il Cantiere San
Marco di Trieste tra il 1930 ed il 1931 che nel 1900 ha aiutato la
città a crescere a svilupparsi, dove operai con il loro sudore
manovrando quel gigante hanno contribuito alla ricchezza di
materiale, economica e storica di Trieste, ora si trova in uno strano
limbo.
Attualmente
è ormeggiato nei pressi del Molo IV, nel 2011 in città dilagava
come un fiume in piena la bella notizia che sarebbe divenuto
monumento nazionale, uno dei 60.000 monumenti italiani, protetti e
tutelati dal competente ministero e finanziato anche dallo Stato per
divenire il simbolo di un secolo, di una Città che ha visto crescere
la propria attività portuale e non solo proprio grazie al gigante
del mare.
Un
gigante che ha sfidato il silenzio e l'indifferenza rompendo gli
ormeggi e navigando in solitudine nelle acque del golfo triestino.
Ognuno
di noi ha una prospettiva di vita, una propria prospettiva della
società, una propria idea del progresso e della tutela dei beni.
Alcuni
ritengono l'Ursus come un semplice ammasso ferroso inutile, altri
come il simbolo della Trieste portuale, del 1900, un simbolo che deve
ritornar in vita.
Tra
dibattiti e silenzi accade che in questi giorni una macchina pende
dall'Ursus.
Già,
è stato organizzato una sorta di evento con tanto di sfida ma con
uno scopo chiaramente commerciale ovvero pubblicizzare l'apertura di
una nuova concessionaria di vendita di auto a Trieste, auto tedesche
per la precisione.
Decido di recarmi ai
piedi dell'Ursus e vedere quell'auto penzolare dall'alto della gru,
che un tempo trasportava materiali destinati alla città, mi ha dato
da riflettere.
E' questo il destino
dell'Ursus?
E' come se dalla Torre di
Pisa penzolasse una macchina per pubblicizzare una concessionaria.
Non credo che i pisani
sarebbero contenti di ciò, ma neanche le persone dotate di un minimo
di buon senso e sensibilità.
Certo questa non è la
società del sentimentalismo, è la società del lucro.
Ma se l'Ursus è
destinato a diventare un simbolo, un monumento nazionale, perché
consentire queste iniziative di natura meramente commerciale?
Si potrebbe fare altro
per l'Ursus, trasformarlo in un museo itinerante, collocare delle
targhe illustrative, spiegare alle nuove generazioni cosa è stato
l'Ursus per Trieste, insomma riportarlo in vita attraverso la
memoria e non offendere la storia con iniziative a dir poco opinabili
e di carattere esclusivamente commerciale.
E per questo motivo dico
no alla commercializzazione dell'Ursus, ma nello stesso tempo cogliamo l'attimo per conferire al gigante del mare il giusto ruolo che deve rivestire in una società senza più valori e memoria storica.
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