C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Alcune riflessioni sul processo delle Indicazioni nazionali per la scuola dell'Infanzia e primo ciclo di istruzione






Ho ancora in mente la presa in giro che ha avuto luogo per la nomina dei componenti dell'AGCOM.
Si richiede la produzione di curriculum vitae, che sarebbero stati valutati(?) la notte prima della votazione con cui si doveva determinare la nomina dei componenti dell'Agcom, non vi è stata alcuna audizione nelle Commissioni parlamentari previste, non vi è stata alcuna vera selezione, solo una grande farsa. Quale azienda minimamente seria procederebbe in tal modo ? Neanche un colloquio , il tutto era già stato scelto e definito prima. Se è questo il modo con cui si vuole garantire la trasparenza ed il buon funzionamento dell'amministrazione pubblica in Italia siam proprio messi bene.
Una situazione similare la ravviso in un processo molto più complesso ed articolato che riguarda il processo di revisione delle Indicazioni nazionali per la scuola dell'infanzia e per il primo ciclo di istruzione , che in sostanza sarà un processo che  andrà ad incidere direttamente nella formazione  dei primi anni della carriera scolastica dello studente.
Anche qui si vuole garantire una specie di trasparenza procedura partecipata, nel nome di quella democrazia astratta che è proprio astratta nella vigente società.
La Circolare ministeriale n. 31 del 18 aprile 2012, comunicava l'avvio del processo di revisione delle Indicazioni nazionali, anche sulla base del monitoraggio effettuato ai sensi della Circolare n. 101/2011, nel rispetto delle seguenti determinazioni:

a) procedere alla revisione delle Indicazioni nazionali per la scuola dell'infanzia e per il primo ciclo di istruzione per pervenire, entro il termine del 31 agosto 2012, ad un testo definitivo;

b) assumere il documento "Indicazioni per il curricolo" di cui al D.M. 31 luglio 2007 come base per un lavoro di revisione e consolidamento;

c) imperniare il processo di revisione su un intenso, anche se necessariamente breve, processo di consultazione delle scuole.

La bozza del documento di ben 57 pagine che è disponibile in rete dal 31 maggio 2012, è stata predisposta, con il contributo di esperti disciplinari, seguendo i criteri indicati nella stessa C.M. 31/2012. Si tratta, in base alle indicazioni ministeriali, di una revisione delle Indicazioni per il curricolo emanate nel 2007 e non di un documento elaborato ex novo;
E ciò viene specificato con chiarezza. Nulla di nuovo, ma solo una revisione.
Il parere che viene chiesto alle varie istituzioni scolastiche ed alle sue componenti, docenti, è articolato nelle seguenti parti:
 1) Profilo dello studente al termine del primo ciclo (unica sezione non presente nel testo del 2007);
 2) L’organizzazione del curricolo;
 3) La scuola dell’infanzia; 
 4) La scuola del primo ciclo di istruzione;
Alle scuole si chiede di esprimersi specificamente su alcuni aspetti di merito e di fornire una valutazione utile ai fini del completamento dell’opera di revisione.
Tale parere dovrà essere manifestato entro il 30 giugno 2012 dopo aver studiato la bozza di 57 pagine, con la compilazione di un questionario a risposte chiuse da compilare esclusivamente online e cui si accederà tramite login.
La bozza delle Indicazioni nazionali e il questionario sono disponibili sul sito web dedicato alla consultazione e curato da ANSAS-Indire.

Ora tutti conoscono la situazione in itinere in questa fase nelle scuole, vi sono gli scrutini, si giunge alla fine delle attività didattiche e si pretende , nel nome della trasparenza e partecipazione, che le scuole possano contribuire a tale importante processo di revisione. Andrebbero convocati i collegi docenti, andrebbero create delle commissioni, andrebbero specialmente studiate le documentazioni, la bozza di 57 pagine, e proporre le proprie osservazioni, non vincolanti, ma importanti, almeno formalmente.
Dico formalmente perché emerge l'impossibilità materiale e sostanziale di effettuare una valutazione compiuta della bozza, perché il termine perentorio entro cui le osservazioni possono essere inviate, scade il 30 giugno 2012, e non sappiamo quante istituzioni scolastiche  siano state informate,quanti docenti siano stati informati, è chiaro che arriveranno poche indicazioni, frammentarie e non oggettivamente idonee a realizzare quel processo di partecipazione tanto invocato in tale materia ed è chiaro che sarà solo una operazione di facciata e non di sostanza.
Il Ministero da parte sua entro la fine di agosto 2012 dovrà invece, dopo aver studiato tutte le indicazioni, osservazioni e questionari inviati dalle Istituzioni scolastiche, stilare la revisione definitiva.
Quello che in sostanza voglio evidenziare è se vista la situazione in essere sia più dignitoso sospendere tale procedura, magari intervenendo con un decreto legge piuttosto che portare avanti questa farsa. Se veramente si vuole realizzare un processo di coinvolgimento democratico, e ribadisco democratico, per la formulazione di osservazioni, che non sono neanche vincolanti, forse sarebbe il caso di ripensare questo modo di operare, questo modo di agire che manifesterà i sui riflessi negativi sugli studenti e probabilmente anche su quella libertà di insegnamento che è sempre più minata e limitata, per non parlare della dignità professionale di una categoria che è sempre più divisa e sempre più disposta a subire le imposizioni come decise dall'alto.



Marco Barone




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