La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Trieste, quando la pubblicità moderna coinvolge i bambini.




La street dance, conosciuta anche come danza di strada o danza urbana, è sbarcata negli ultimi tempi  in Italia. Però spesso tale forma di danza viene utilizzata per altri fini, non quelli naturali e spontanei della socializzazione, bensì per meri fini e scopi di profitto e pubblicitari.
E ciò è accaduto nella giornata del 28 aprile nella centralissima Piazza dell'Unità di Trieste.
Ma andiamo per ordine. 
Nel  principale giornale cittadino di Trieste, veniva pubblicata, con gran spazio, questa notizia pubblicitaria: Guerrilla Marketing nelle piazze della città.



Tale articolo pubblicitario si concludeva in questo modo:

Già, " i nostri migliori auguri alla S. U., allora che tiene alto il valore delle nostre imprese con grande energia e positività e... ci vediamo in piazza!"
Ed allora in Piazza dell'Unità, nelle prime ore pomeridiane di tal giornata afosa, che anticipa l'estate, se mai estate vi sarà, ecco notare dei ragazzi ballare quel tipo di danza, e dopo la performance, consegnare un volantino pubblicitario. Volantino pubblicitario il cui simbolo e slogan è riportato anche nella maglietta color nero indossata dai ballerini, che poi scoprirò, venire da Udine.
Fino a questo momento nulla di strano, anche se molto si potrebbe dire su come tale forma di danza sia degenerata nel degrado del profitto post- moderno.
Dopo qualche ora, i ragazzi, si sposteranno nei pressi di un bar, ai confini di Piazza dell'Unità.
Vedi della gente osservare perplessa, vedi delle persone fotografare e vedi specialmente dei bambini partecipare a quel tipo di danza.
Vedi un signore tenere in mano una busta contenente quelle magliette e vedi i bambini essere invitati a danzare, o che chiedono di partecipare, e chi partecipa indosserà la maglietta nera con lo slogan...

Chiedo ad un ragazzo del gruppo se quei bambini fanno parte della loro squadra, lui mi dirà che loro, il gruppo, sono di Udine, e che i bambini sono di Trieste,  anzi inviterà anche il sottoscritto a partecipare a quella danza.
Ma la mia attenzione cade sui bambini, su come vengono attratti ed usati per fini pubblicitari, per fini di profitto.
Bambini, a cui viene data la maglietta nera con lo slogan del negozio di divani, che viene sponsorizzato con quella danza, con quel dato evento.
Bambini che effettuano balli acrobatici, rischiano di farsi male, ma specialmente diventano soggetto ed oggetto di tale pubblicità.
Bambini che in sostanza, vengono sfruttati per pubblicizzare, senza etica alcuna, un prodotto, e quindi, lavorare, sotto la forma del divertimento, visto che indossavano anche la maglia con lo slogan.
Oggi poteva essere una giornata qualunque, ma ancora una volta, questa società, ha evidenziato il suo degrado sempre più centrale, sempre più evidente, sempre più invasivo e dilagante.

Marco Barone




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