La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

Immagine
Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

" Vogliamo l'Italia Dannunziana e dai mille campanili". Ecco l'Italia dei Finiani e di Futuro e Libertà.

Osservando la convention di Futuro e Libertà, certamente una cosa ben chiara  balza all'occhio anche del più distratto spettatore di tale rappresentazione teatrale e tetra, della politica italiana.

Ovvero che i Finiani, hanno imparato come comunicare, come organizzare determinanti eventi dal loro grande maestro, ovvero Berlusconi.

Ciò lo si comprende dalle false lacrime, dalle false emozioni, dagli applausi, dall'introduzione del leader, dall'attesa e quasi suspense creata ad hoc per ascoltare le parole di Gianfranco Fini.

Per non parlare della musica, della lettura della carta dei valori del nuovo divenire partito della destra sociale quale Futuro e Libertà.

Riporterò in questo articolo le questioni più rilevanti che sono emerse in tale convention e che sicuramente dovranno fare riflettere i più attenti critici  e lettori della società.

" Italia umile, casta, francescana, garibaldina e dannunziana; Italia della legalità,della produzione, della competizione, dei mille campanili, del merito".

Queste sono alcune delle frasi emerse da uno dei tanti politichesi che ha attratto e distratto lo spettatore durante questa performance teatrale in tale triste domenica autunnale tutta italiana.

Il Ministro Ronchi che anticipa il discorso di Fini sostiene che loro vogliono l'Italia della famiglia, della Patria, senza dimenticare le radici cristiane. Ronchi che rimette il proprio mandato di Ministro nelle mani di Fini.

Peccato che fino a quel momento si è gran parlato di avere rispetto del Popolo Sovrano.

Ma ecco che nel rispetto del Popolo Sovrano a chi si decide di affidare la responsabilità della carica di Ministro, pagata da tutti noi contribuenti?

Nella mani di Fini...
Ipocrisia?
Libera valutazione!

Fini,tanto atteso, tanto acclamato, debutta sostenendo che possono ritenersi soddisfatti, perchè ora sono politicamente determinanti per le sorti del governo ed avvenire "della nostra patria".

Parla  più di una volta del concetto di idea di patria che deve essere fondata sulla coscienza d'identità nazionale. La gens italica, dice Fini, esiste da 2000 anni, e bisogna quindi con legittimo orgoglio affermare la storia della patria e la coscienza nazionale.
A conferma di ciò il suo primo pensiero corre ai soldati Italiani impegnati in quella, che anche dalla Lega Nord è stata definita come missione di guerra e non di pace, etichettati come " i nostri eroi".

Eroi che a quanto pare hanno gran responsabilità sulle morti anche di civili nelle terre di missioni chiamate di pace.
Ma questo poco importa ai Finiani.
Si parla del valore della legalità.
"Prima i doveri poi i diritti" dice Fini.solo "così può esserci libertà".

Certo che correlare la libertà al principio di dovere è abbastanza singolare come concetto, ma certamente non lo è per chi ha un passato politico chiaro come quello di Fini.

Colui che è l'attuale Presidente della Camera afferma che si deve avere rispetto della persona umana.
" non si possono distinguere tra eterosessuali ed omosessuali, tra uomini e donne", ma ciò " significa adempiere sempre i propri doveri", sul problema cittadinanza correlato al discorso rispetto della persona umana afferma che " non contestiamo la necessità di espellere l'immigrato clandestino", ma la questione della cittadinanza deve essere rivista.

Certo l'immigrato clandestino non è persona umana che merita rispetto.
Ovvio, sì, tristemente, drammaticamente ovvio.

Fini, che parla dell'esaltazione del lavoro, "inteso come principale pilastro dell'economia", centralità del lavoro come garanzia di espressione della propria potenzialità, capacità, " lavoro che è diventato naturale alleato del capitale" si deve trovare "sintesi tra capitale e lavoro".

Ancora... sulla questione famiglia dice che questa deve essere considerata come " la cellula primaria della società".

Se per caso qualcuno di sinistra o che si creda tale pensa ancora di proporre patto per la democrazia con questa destra sociale, o qualunque destra essa sia credo sia veramente accecato dalla cultura delle poltrone!

Fini che sostiene che il credere, obbedire, combattere appartengono ad altri tempi, ma pensando alle forze dell'ordine, ed ecco grande applauso, afferma che si deve investire di più per garantire la legalità.
Certo la cultura della legaltià deve passare per la repressione, non per altre vie.Tutto chiaro, ma tutto scontato nello stesso tempo.
Rivolgendosi al governo attuale Fini dice che tampona solo le relative emergenze, che vive alla giornata, ma dovrebbe avere in agenda determinate questioni.

Ed ecco che parte la proposta di Fini , che alla fine diverrà ultimatum al Berlusconi e Pdl.
Al primo posto pone la questione dell'appartenenza nazionale,ed unità nazionale,segue poi la coesione sociale, il welfare delle tutele che deve divenire welfare delle opportunità sullo stile della Germania, poi la stagnazione economica che penalizza la produttività, la eccessiva tolleranza della cultura dell'arbitrio, ed il decadimento morale che secondo Gianfranco Fini non è figlio obbligato della modernità.

Ed ecco rimpiangere il rigore e lo stile di Moro, Berlinguer ed Almirante, alla cui pronuncia del nome la platea esplode in grande inteso applauso.


Futuro e Libertà che non dice di porre fine alla precarietà lavorativa, ma che in verità occorre richiamare la questione tedesca dove i contratti a tempo determinato esistono ma la retribuzione è più elevata.
Che ciò sia di monito per tutti quei precari che in Fini vedevano nuove illusorie speranze...

Parlando della legislatura attuale sostiene che " non so se ci sono le condizioni per il patto di legislatura, che è cosa seria ed è possibile però solo se c'è svolta, decretando fine di una fase, definendo nuova agenda politica, nuovo programma di governo".

Un Gianfranco Fini che si richiama ad un tavolo sociale dove sindacati tutti, ivi inclusa la CGIL, come da lui stesso riconosciuto hanno proposto varie questioni come l'investimento nell'innovazione e ricerca ma anche il fatto che il salario debba essere legato alla produttività "chi lavora di più e meglio va pagato di più" dice Fini.

 Proposta uscita da tale tavolo, che deve essere riconvocato.

La CGIL ha proposto  il legame del salario alla produttività?
Attendiamo lumi sul punto!


" Dal 1861 al 1870 vi furono riforme che unificarono l'Italia" dice Fini. Criticando la Lega nord ed il suo modus operandi però sul federalismo fiscale dice che" il Federalismo Fiscale non è pericoloso perchè c'è fondo di compensazione nazionale, sarà una bella sfida per le classi dirigenziali meridionali"
Nello stesso tempo dice che è necessaria una politica di ammodernamento federale dello Stato.
Prima si invoca a tutta piazza l'Unità d'Italia e poi si parla di ammodernamento federale dello Stato?

Ed ecco l'ultimatum...

Pensando all'UDC che rischia di fare saltare il peso politico della nuova(?) realtà politica capeggiata dall'ex leader di AN, anticipa i tempi dicendo che o " Berlusconi rassegna le dimissioni, sale al Colle, avvia nuova fase dove si discute dell'agenda e del programma, o i ministri" facenti capo a Fini... si dimetteranno.

Conclude dicendo " avanti così non si può andare."

Caro Gianfranco Fini hai proprio ragione, così non si può andare avanti.

Marco Barone

Commenti

Post popolari in questo blog

Una storia per bambini della scuola primaria nella giornata Mondiale della Gentilezza

Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione?

Bruxelles e le vetrine hot