Nel 2026, 80 anni dalla strage di Vergarolla, come per la strategia della tensione, senza verità, anche se non si era più in Italia

Immagine
  Ancora oggi non c'è una lapide istituzionale che ricordi a dovere le vittime della strage di Vergarolla di cui non si conosce il numero esatto dei morti, 64 furono  le vittime identificate. Quanto accaduto il 18 agosto del 1946 ha lasciato il segno indelebile nella storia delle complesse vicende del confine orientale spesso strumentalizzate per revisionismi storici, nazionalismi nostalgici, che nulla c'entrano con la verità e la giustizia negata alle vittime di quel fatto drammatico. Come accaduto durante lo stragismo neofascista durante la strategia della tensione, praticamente non vi è stata alcuna verità, nessuna inchiesta degna di nota. Solo supposizioni, teorie, ipotesi, spesso istanze degne di ultras più che di seguaci della verità. Quel fatto tragico è stato chiaramente utilizzato dalla retorica revisionista per le proprie battaglie ideologiche anticomuniste e contro la Jugoslavia comunista di Tito. Quando accadde quel fatto, Pola, era una zona enclave all'interno ...

Si censura la lotta francese

Dopo i famosi eventi del 2005 che hanno riguardato in particolar modo la questione sociale delle periferie parigine, gli ultimi mesi per la società francese son stati a dir poco duri ma importanti.
Duri perchè si sono affermate lotte e scontri sociali di una certa consistenza e rilevanza volti a dire no ad una riforma delle pensioni che di fatto priverà del diritto alla pensione le future generazioni, ma importante nello stesso tempo perchè si sono aperti nuovi canali a dir poco vitali per quello che deve divenire un gran movimento europeo conflittuale di lotta sociale.

Si è verificata una lotta generalizzata contro il sistema sociale esistente.

Il 27 ottobre il Parlamento francese, con l'approvazione dell'Assemblea nazionale, ha adottato definitivamente la legge di riforma delle pensioni con 336 voti a favore e 233 contrari. ma la legge non potra' essere ancora promulgata in quanto il Partito socialista ha annunciato l'intenzione di ricorrere al Consiglio costituzionale.Quindi, fino a novembre la partita è ancora aperta.

In questi giorni il principale quotidiano francese Il Figaro tende ad interrogarsi in particolar modo sul danno all'immagine che ha subito la Francia a causa delle giuste lotte intraprese da studenti ed operai.

Sul Figaro di oggi si legge che " All'indomani dell'adozione del disegno di legge sulla riforma delle pensioni,  vi sono stati nuovi eventi che  hanno visto la partecipazione di 560.000 persone, Secondo la polizia (due milioni di CGT), significativamente inferiore rispetto ai precedenti sei giorni. I conflitti sociali hanno danneggiato l'immagine della Francia all'estero? On Il Figaro.fr," E' questa la domanda che si pone il noto quotidiano francese.

Secondo una determinata inchiesta, pilotata, si legge che gli uutenti di Internet si sono espressi   sul tema e la maggioranza (86,54%) penserebbe che l'impatto dell' attuale clima sociale  ha negativamente inciso sull'immagine del Paese.
http://plus.lefigaro.fr/note/une-enieme-greve-ne-modifiera-pas-limage-quon-a-deja-de-la-france-a-letranger-20101028-316032

Questo modo di "fare"giornalismo è abbastanza diffuso nel nostro paese e ciò mi spinge a dire che alla fine ogni mondo è paese, nel senso che il sistema, magari con delle sfumature diverse, nella sostanza è identico. Stessi metodi, stesso modo di comunicare, stesso modo di reprimere le lotte,stesso modo di far intendere che il conflitto è finito quando in realtà è vivo!

Devono filtrare il messaggio che alla fine chi governa vince, che una volta approvata la legge tutto finisce con l'esplicazione di quell'atto,ma devono nello stesso tempo far dimenticare all'opinione pubblica collettiva l'esistenza del conflitto francese.

Certo non potevano non parlarne, specialmente per la spettacolarizzazione televisiva che è conseguita alle dinamiche degli scontri sociali e di piazza.

Ma le lotte vere non sono solo quelle che si esplicano nelle piazze, con le macchine bruciate, o le vetrine rotte.

Le vere lotte, e quella francese lo è, sono quelle che riescono a canalizzare in un solo fronte unico tutte quelle dinamiche che sono represse dal sistema, sono quelle che riescono a porre in comunicazione tra di loro filamenti sociali che per molto tempo sono rimasti chiusi nelle loro logiche corporativiste,nell'autoreferenzialità, nell'incomunicabilità settoriale.

Ma ecco che in Francia le varie categorie di lavoratori, vari filamenti sociali, gli studenti si uniscono per dire no al sistema.

Questo i governanti lo hanno ben capito.

Questo i governanti lo temono.

Quindi, ecco la censura!

 Ripeto,  in Francia, diversamente dall'Italia, esiste un movimento di lotta antagonista,  libero ed incondizionato dalle logiche concertative sindacali. Ed è prevalentemente per questo motivo che è stato possibile vivere una  mobilitazione contro la riforma delle pensioni ma anche contro l’insieme delle politiche anti-sociali, xenofobe e/o liberticide, in quel determinato modo.

Mobilitazione che è stata ovviamente massacrata a livello di comunicazione, definita ad esempio come "la mobilitazione scema".

Il blocco delle raffinerie, dei principali trasporti pubblici, ecc è espressione tutt'altro che di una mobilitazione come dire scema.

I media italiani, ma anche europei, salvo i siti di contro-informazione, dopo l'approvazione della legge sulle pensioni hanno praticamente spento i fari sulla situazione di lotta francese.

Ma in verità la lotta è ancora viva e vegeta.

Forse è per questo motivo che si tende ad oscurarla, forse è perchè i governanti temono una diffusione capillare del conflitto sociale.

La questione riforma pensioni ha dato la possibilità di allargare il senso del conflitto sociale a varie tematiche, non legate esclusivamente a questioni lavorative o previdenziali.

Ecco infatti che il 6 novembre a Parigi vi sarà per esempio importante manifestazione per difendere l'autodeterminazione delle donne.
  http://sudeducation92.ouvaton.org
  
La lotta in Francia continua e continuerà .

Voglio chiudere questa breve riflessione con un piccolo estratto del comunicato dell'Assemblea Generale degli studenti Francesi, che lascia intendere che la lotta è tutt'altro che finita:

"Chiediamo a tutto il mondo di diffondere l’idea giusta e legittima di questa lotta e delle azioni sui vostri luoghi di lavoro, alla vostra famiglia, ai vostri amici…Numerose azioni sono state già programmate localmente, specialmente dall’intersindacale interprofessionale locale e completato dall’Assemblea Generale intercategoriale di Lotta: Spengete le televisioni e raggiungete i picchetti!!! ".
L’Assemblée Générale Etudiante

Marco Barone










Commenti

Post popolari in questo blog

Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione?

Una storia per bambini della scuola primaria nella giornata Mondiale della Gentilezza

Quale la città più bella tra Udine e Trieste?