La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Per i cent'anni della marcia su Roma, a Trieste si cancelli la cittadinanza onoraria a Mussolini




Ritorno su una questione che avevo sollevato alcuni anni or sono e che il precedente Sindaco di Trieste,  aveva accolto positivamente come proposta, solo che si valutò sostanzialmente di non procedere con la revoca della cittadinanza di Mussolini perchè l'albo attuale del Comune della città include le cittadinanze onorarie conferite dal 1946 in poi, quindi dalla nascita della Repubblica Italiana e quella di Mussolini non vi era. La prima, nell'attuale albo, in ordine temporale, è quella di Fiorello La Guardia, ove anche a Fiume esiste una targa a lui dedicata, in inglese ed croato, noto, tra le altre cose, per il rapporto La Guardia, il quale sosteneva che la cannabis «non conduce alla dipendenza, nel senso medico del termine». Il punto è che la cittadinanza onoraria al duce non è mai stata cancellata formalmente, e un gesto, simbolico, in vista del centenario della marcia su Roma, sarebbe eticamente, moralmente e politicamente doveroso. Non si tratta di cancellare ciò che non esiste, ma di revocare ciò che è stato concesso nel 1924 e mai formalmente revocato, a prescindere da ciò che l'albo attuale delle cittadinanze onorarie contenga o meno. Sul Piccolo del 16 settembre 1938, in relazione all'esaltazione che c'era in città per l'arrivo di Mussolini, si ricordavano le motivazioni della concessione dell'importante onorificenza. 

 

Dall'estratto si legge:"Trieste ad attestare i sentimenti devoti dei cittadini tutti verso l'artefice dei nuovi luminosi destini d'Italia, offre quello che la città ha più di sacro, la cittadinanza d'onore nel nostro antico Comune. (...) l'onorevole Consiglio rende oggi a Benito Mussolini, come è rispecchiata la nostra fede immutabile è contenuto l'augurio che Egli sia conservato a lungo al Governo della Nazione che a lui si affida fiduciosa e serena le sue ancor contrastate fortune. Con questo augurio proclamo, in nome del Consiglio municipale, Benito Mussolini cittadino onorario di Trieste". Queste le parole del Sindaco Pitacco. La cittadinanza onoraria per Mussolini era caratterizzata da una pergamena di tre fogli che rappresentavano i simboli del fascio e di Casa Savoia e riportavano in caratteri medievali italici il verbale dell’adunanza del 20 maggio 1924. 

mb


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