Trasformare la casa natale di Tina Modotti, nel museo Tina Modotti, può essere una grande opportunità per Udine

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Tina Modotti è probabilmente più apprezzata all'estero che in Friuli. Semplicemente è a dir poco sconcertante che non esista praticamente quasi nulla dedicato a lei. C'è una sala dedicata a Tina Modotti in città, c'è un punto Modotti, che ospita dei quadri di artisti locali, a pochi passi dalla casa natale di Tina Modotti che è cercata più dai messicani, sudamericani che altro. Eppure in quella via affascinante a pochi minuti a piedi dal centro di Udine, in via Pracchiuso 89, c'è la casa natale di Tina, dove sorge una targa con le parole di Neruda che ne ricordano l'essenza. La facciata della casa è stata recentemente restaurata e l'edificio ospita l’asilo notturno “Il Fogolâr”   inaugurato il 4 settembre del 2006  ed ospita le persone senzatetto  ed è gestito dalla Caritas. All'interno vi si trovano delle stampe e copie di alcune fotografie di Tina. Sarebbe il minimo sindacale pretendere di trasformare la casa natale di Tina Modotti in un museo che possa ac...

"Stanno rimpatriando i testimoni del caso di Vakhtang Enukidze"

La denuncia che arriva da No CPR e no frontiere, è grave. Così scrivono: "Ci è stato riferito dall’interno e poi è stata confermata la notizia da fonti ufficiali che IERI ALLE 4 DI MATTINA sono stati prelevati dalle celle e 🛑RIMPATRIATI🛑 tre ragazzi egiziani che avevano parlato agli avvocati riguardo all’omicidio di Vakhtang. ERANO I SUOI COMPAGNI DI CELLA. Sembra vogliano far sparire tutti i 🛑TESTIMONI🛑 e intimorire chiunque si era reso disponibile a testimoniare sull’omicidio. Da dentro alcune persone ci dicono di aver paura di essere deportate. Hanno anche sequestrato i telefoni."

Accuse gravissime, che si aggiungono a quelle espresse in questi giorni, come quelle relative al momento in cui si è svolto il presidio innanzi al CPR, dopo che si è appreso della morte del ragazzo georgiano internato presso quella struttura gradiscana. "Durante il presidio, mentre comunicavamo da una parte all’altra delle mura, le persone ci chiamavano per dirci che la polizia li stava picchiando. A seguito, come anche riportato dai giornali, la polizia ha cercato di prendere tutti i cellulari, così che non potesse uscire più alcuna informazione". 
Che si aggiungono, oltremodo, a quelle delle testimonianze, raccolte da parte degli attivisti da chi internato, che rappresentavano una realtà completamente diversa rispetto a quella prospettata da alcuni media e dalle istituzioni. Il caso è approdato in Parlamento, c'è chi parla del rischio di un caso Cucchi bis, come si legge sul Piccolo del 22 gennaio. L'auspicio è che la magistratura abbia già raccolto le testimonianze di chi espulso. Altrimenti le procedure saranno più complesse, con rogatorie e quant'altro. Senza dimenticare che si sta parlando tra l'altro di Paesi dove esistono dittature, e dove gli accordi di cooperazione giudiziaria non esistono, come l'Egitto. Queste espulsioni erano state già programmate in questa data? In caso contrario, perché espellerli proprio ora? E se programmate,nel caso in cui le testimonianze delle persone in questione non sono state raccolte dagli inquirenti, perché non aspettare la doverosa acquisizione? Ricordiamo che in questa vicenda le ricostruzioni dei testimoni sono fondamentali stante il fatto che il tutto sarebbe accaduto in zona non coperta da telecamere. E' interesse di tutti che sia fatta chiarezza e luce e #veritaperVakhtangEnukidze  anche per la salvaguardia dello stato di diritto.
Intanto, come ha reso noto il TG3 FVG l'autopsia del georgiano è stata rinviata a causa di problemi di notifica. 

mb

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