Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

Immagine
Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

I muri della "rotta balcanica"servono solo a dividere i Paesi. In FVG arrivano centinaia di migranti

Oramai il giochino è chiaro ai più. La Croazia si divide dalla Serbia e dalla Bosnia, la Slovenia dalla Croazia e l'Italia in moto morbido, per ora, dalla Slovenia, dalla Bosnia sono pronti ad arrivare passando anche da Trieste migliaia di migranti. Numeri irrisori rispetto al passato, ma comunque importanti. I muri realizzati per respingere i migranti si sono rivelati essere inutili, troppo grande il territorio, diverse le modalità con sui si può oltrepassare il confine e sono stati solo uno strumento politico per marcare i confini tra alcuni Paesi balcanici che in questo periodo sono ai ferri corti. Soprattutto sloveni con croati, croati con serbi, croati con bosniaci e viceversa. Muri, filo spinato, telecamere, blindati, droni, ronde, pattugliamenti misti. La caccia al migrante. Migranti in fuga dalla disperazione, in cerca di una vita migliore, imprigionati nei campi terra di nessuno che ultimamente sono finiti sotto i riflettori di alcuni media. Mentre l'attenzione è tutta focalizzata per ragioni politiche sui porti, si ignora totalmente quello che accade al confine orientale. Non c'è un solo giorno che non sia segnato da nuovi arrivi, ondate variegate,  a volte importanti, a volte minimali. Il tutto mentre in modo irresponsabile si è colpito il sistema dell'accoglienza. Se la situazione continua così, con la fine della stagione estiva, si rischia un disastro sociale enorme. La politica in parte fa finta di non voler vedere quello che sta accadendo. Preferendo nascondere per ragioni di opportunismo ciò che succede ogni giorno. L'emergenza con cui il confine triestino e forse anche goriziano dovranno fare i conti sarà determinata non tanto dalla della rotta balcanica, mini o non mini che questa sia,  con numeri assolutamente gestibili, ma dalle misure che hanno affossato il sistema dell'accoglienza rendendo il territorio fragile da questo punto di vista. Ma qui la priorità pare essere il CPR, la demagogia e non il voler affrontare in modo responsabile ciò che sarà inevitabile affrontare. Puoi chiuderti come vuoi ma i migranti qui arriveranno, ti piaccia o non ti piaccia è così. 

mb

Commenti

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Una storia per bambini della scuola primaria nella giornata Mondiale della Gentilezza

Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione?

Bruxelles e le vetrine hot