Il tempo si è letteralmente fermato alla stazione di Miramare di Trieste

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Un gioiellino liberty di epoca asburgica, che consente di arrivare al castello di Miramare, attraversando il polmone verde di Trieste, che affascina il viaggiatore, perchè il tempo si è fermato in via Beirut, a  Grignano come in nessun altro luogo a Trieste.  Un gioiellino che è ora chiuso, ora aperto, ma che necessita di essere valorizzato, riqualificato. Purtroppo già in passato preso di mira da azioni di vandali, ragione per cui venne eliminato il glicine che caratterizzava la pensilina esterna, preso di mira con vandalismi che hanno comportato spese per migliaia di euro da parte di RFI per effettuare interventi di restauro di natura  conservativa. Quella piccola stazione affascina e non ha eguali in Italia, ed è auspicabile che si possano trovare le risorse, gli intenti, la volontà, per farla ritornare ai fasti di un tempo. Purtroppo il tempo fa il suo corso e dei lavori di manutenzione sono necessari per ripristinare quel bene storico che viene invidiato da chiunque si soffermi a

D'Annunzio non fu mai fascista? Eppure...

C'è chi lo definisce il padre nobile del fascismo, e chi, all'opposto, dice che D'Annunzio, il duce divino come si faceva chiamare dai suoi legionari a Fiume, sostiene che non fu mai fascista. Sicuramente non ebbe incarichi di primo livello nel fascismo come accadde per tanti suoi legionari. Ricordiamo Tommaso Beltrami Luogotenente fiumano di D'Annunzio, uno dei legionari più convinti ed espressione dell'anima reazionaria del fiumanesimo, capo dello squadrismo ferrarese, il legionario Francesco Giunta, segretario nazionale del PNF oltre che capo del fascio triestino, il legionario Giovanni Giuriati, ministro nel governo fascista e segretario nazionale del PNF, il legionario Enzo Emilio Galbiati, segretario del PNF, il legionario Renato Ricci, ministro, nonché capo della MVSN e non solo, per citarne alcuni. D'Annunzio non fu fascista, eppure il 5 ottobre del 1920 aderì al Fascio di combattimento di Fiume. Non fu fascista, eppure il 3 agosto del 1922 in una Milano occupata dallo squadrismo fascista, in uno dei suoi ultimi discorsi dal balcone, rivolgendosi agli italiani, ma parlando ai fascisti, disse"in voi vedo una gioia virile e maschia allegrezza". Due mesi dopo sarà marcia su Roma. Non fu fascista, ma dopo la marcia su Roma e l'omicidio Matteotti che svelò il vero spirito del fascismo, che venne anticipata da quella su Fiume, il fascismo prima del fascismo come la definiscono a Fiume, firmò il Manifesto degli intellettuali fascisti. Non fu fascista, ma in base all'articolo 5 della legge 2693/1928 vi era tra i membri del gran Consiglio del fascismo anche il Presidente dell'Accademia d'Italia, e D'Annunzio ne fu presidente dal 1937 al 1938. Certamente non fu mai ostile al fascismo, non fu mai antifascista, anzi, il fascismo era talmente grato a D'Annunzio che si adoperò anche per la ristrutturazione e sistemazione della casa dove nacque il "poeta" e morì sua madre oltre che sobbarcarsi le spese per il Vittoriale che non venne donato solo al popolo italiano ma anche alle Autorità dello Stato italiano e le Autorità dello Stato italiano di quel tempo erano ovviamente quelle fasciste. Atto dove si evidenziava un sollecito al Capo del governo, che era Mussolini:  "E al Capo del Governo d'Italia domando che interamente egli accetti l'offerta intera".
E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 1938, in piena dittatura fascista nella seduta del 2 marzo 1938, l'anno in cui si proclameranno le leggi razziali, i deputati si alzeranno in piedi, si interromperà la seduta della camera, si proclamerà lutto nazionale. A ciò seguiranno, poi, i funerali di stato. 

mb

Commenti

  1. ottimo intervento. (Sono tra coloro che si sono espressi contro la nuova statua celebrativa - non del poeta - ma del duce dell'impresa fiumana). Fosse riuscito lui (come sognava) a marciare su Roma, avrebbe plasmato un altro tipo di regime - comunque turbonazionalista. Non ci riuscì e gli fece comodo appoggiare quello del rivale Mussolini (che quindi lo avvolse nella bambagia).

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