Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Altro che sbarchi nel Sud. I migranti arrivano in FVG. Oltre 5000 arrivi in un solo anno

La caccia ai migranti con il pattugliamento misto è stata un clamoroso flop, ma usata ad ogni appuntamento politico, per dire che qui, in Venezia Giulia, i confini sono presidiati.  Si tratta di pattuglie impiegate in quattro turni da sei ore alla settimana come è stato reso noto durante l'audizione in VI Commissione dei prefetti del Friuli Venezia Giulia su tale questione, quella dei migranti. Servirebbero un centinaio di uomini in più per presidiare i confini, che qualcuno in modo scellerato voleva blindare con dei muri per una 30 di km. Baggianate politiche populiste che non servono a nulla se non a fare propaganda. Ma il vero dato è che in FVG sono arrivati più di 5000 migranti. Numeri enormi, pur essendo nell'insieme un nulla e assolutamente gestibile.Anche se al governo probabilmente sarebbero stati altri, sicuramente i toni sarebbero stati ben diversi. Si sarebbe invocata emergenza, eserciti, droni, e quant'altro. Un quant'altro che in parte è già operativo.  Tutta l'attenzione governativa a livello nazionale è stata focalizzata , vedi il bollettino statistico del ministero dell'Interno, solo sulla questione degli sbarchi nei porti del Sud. La "rotta balcanica" ignorata eppure sta attraversando la nostra Regione. Ogni settimana, è stato reso noto dal TG3 del FVG, arrivano tra i 150 e i 300 migranti attraverso il confine orientale. Pakistan e Afganistan le principali zone di provenienza.  Il 60 % delle domande vengono respinte dalla Commissione. E nel 2019 gli arrivi in FVG sono stati 5526 nel 2019. Gli sbarchi nei porti furono circa 7mila. I rimpatri  volontari hanno interessato solo 7 migranti. Insomma, i muri non servono a un bel niente. Quello che serve è un sistema d'accoglienza integrato, diffuso e funzionante che può essere una grande opportunità anche lavorativa nella nostra regione. Ma probabilmente qualcuno preferisce continuare a seminare fumo.

mb

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