La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Centinaia di migranti prendono "d'assalto" un treno alla stazione di Sarajevo

Centinaia di migranti hanno cercato di prendere d'assalto il treno per Bihac, dove si registrano situazioni sconcertanti, dalla stazione centrale di Sarajevo. Il controllore del treno con fatica cercava di fare rispettare a questa ondata di migranti una sorta di fila improvvisata, ma era come non stupito per quello che stava accadendo, perchè sicuramente successo altre volte, mentre la polizia bosniaca osservava a breve distanza la situazione senza intervenire. Il fatto è accaduto il 24 luglio, ma la foto si è potuta pubblicare solo ora, per ragioni di sicurezza, perchè non appena la polizia si è accorta che si stava scattando la foto per testimoniare quella situazione si è avventata intimando di non fotografare perchè in quell'area non si poteva fotografare in una Bosnia dove abbondano i cartelli con divieto di foto. Effettivamente nella stazione di Sarajevo ci sono diversi avvisi sul divieto di fotografare, ma quanto accaduto sul binario uno della stazione di Sarajevo non poteva non essere ignorato.
Andava testimoniato. Probabilmente queste sono scene che si ripetono con assiduità nella città bosniaca che ha tutti gli interessi di veder allontanare queste persone dal proprio territorio che pare, per quello che si racconta, giungano facilmente in Bosnia perchè facilitati dalla Serbia. La direzione dei migranti va verso la Croazia. Da tenere conto che la Slovenia sta blindando i suoi confini con la Croazia e a loro volta queste persone  vengono respinte verso la Bosnia, sempre più legata alla Turchia. Si tratta di persone che cercano una vita migliore, è sicuramente un loro diritto, e affrontano situazioni incredibili pur di conquistarsi un pezzetto di diritto alla felicità e dignità. La rotta balcanica non ha i numeri record degli scorsi anni, si dovrebbe parlare oggi di mini rotta balcanica,  che in questi ultimi mesi si sta sicuramente aggravando, ma non si può rimanere indifferenti verso quanto sta succedendo, come se non esistesse. Non è che se ti blindi con i carri armati, filo spinato, droni e pattugliamenti misti, o chiudendo i porti, quello che accade alle porte del "tuo"mondo, non ti deve interessare, come se non esistesse solo perchè non lo vedi. E quando ti capita davanti agli occhi, altro non puoi fare che assistere a quelle scene che hai imparato a vedere in televisione, nei documentari, a vivere indirettamente con le testimonianze dei protagonisti, ma questo non è un film, è la realtà.


mb

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