Finalmente si ritorna a parlare di scuola dopo il caso della maturità

La reazione spropositata che si è registrata per la questione dell'orale all'esame di maturità,dimostra che in Italia bisogna riprendere in mano la questione scuola con una profonda rivoluzione culturale stile '68 quella che fa tanto paura a chi ideologicamente sta impostando da tempo una scuola pubblica sempre più votata a servire il sistema che a forgiare menti critiche e pensanti. Ordine, disciplina e non pensiero critico. Il dissenso? Si reprime. Finalmente si ritorna a parlare di scuola dove i problemi di ieri sono rimasti irrisolti a cui si sono sommati quelli della società più spietata e individualista di sempre. L'autorevolezza a scuola non la si ottiene solo aumentando gli stipendi del personale. Che sono bassi per non dire indecenti se si pensa a quelli degli ATA. Il rispetto non lo si ottiene inasprendo le norme. La scuola di oggi è un supermercato dove le famiglie hanno un potere di ingerenza spropositato. Addirittura adesso possono anche scegliere il docent...

Ma dal giorno dopo le Europee i media parleranno ancora del problema neofascismo?

Lo si sapeva che la campagna per le politiche di queste europee, almeno in Italia, sarebbe stata incentrata sull'aspetto neofascismo. Non si parla di riforma dell'Europa, non si discute su quale debba essere l'idea di Europa, sui mali di una Europa che è stata causa dei propri problemi, in gran parte irrisolti e irrisolvibili. Non si discute del progetto del sovranismo europeo che dovrebbe portare alla creazione degli Stati Uniti d'Europa, cioè all'idea di Europa come Nazione, non si discute del problema capitalismo, dei vari volti del liberismo. 
No. Il bivio è dato nella sua massima semplificazione o scegliere il rischio di neofascismo con i nazionalismi , o superamento del secolo breve, con l'Europa unita nella sua diversità. Poi, quello che sarà, sarà con questa Europa, l'importante è difendere l'architettura base. Questo in soldoni quello che sta accadendo. Ora, l'Italia ha certamente pagato una mancata Norimberga, ha democratizzato il fascismo, per debellare il pericolo "rosso", ha subito lo stragismo neofascista negli anni '70, Bologna, Milano, Brescia, Peteano, le bombe sui treni, ha rischiato colpi di stato. Non siamo, grazie al cielo, oggi, in quelle condizioni, in quel clima, e si spera di non ritornarci, il neofascismo di oggi c'è, è stato per lungo tempo sottovalutato, è stato sdoganato al punto che non ci si nasconde dietro più un dito, oggi si rivendica l'essere fascista, con orgoglio. Le leggi in materia non sono mai state applicate in modo rigoroso,anzi, ma prima che della questione legale, il problema è sociale e culturale, è politico. Questo è il momento giusto per chiudere i conti con il proprio passato, in modo rigoroso, negando ogni agibilità democratica ai neofascismi, come successo a Torino, condannando i nazionalismi, e facendo piazza storica pulita in tal senso, senza se e ma, come hanno fatto in Spagna, e l'elenco è lungo, basta vedere le vie delle proprie città o le scuole a chi sono spesso dedicate, a personaggi come Cadorna, Diaz, Duca d'Aosta, Timeus, D'Annunzio,che andrebbero bandite. A cent'anni dalla marcia su Roma rischieremo di fare i conti con un passato che speravamo di non vivere più. E ciò che si auspica è che dal giorno dopo il 26 maggio, dopo le Europee, si continuerà a contrastare il problema neofascismo come lo si sta facendo oggi, perchè se il "problema" è emerso solo per ragioni funzionali a logiche elettorali, si compierà un gravissimo errore.

mb

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