Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Un tassello in più nel puzzle della verità per Giulio. La Commissione Parlamentare d'Inchiesta



Giulio, come cittadino ha diritto ad essere difeso e a trovare giustizia, come non è stato difeso e non ha avuto giustizia da vivo. Riteniamo necessario che l’inviolabilità dei diritti umani sia un messaggio centrale, fondamentale per la nostra nazione, nel rispetto dei principi democratici, per garantire un futuro migliore e per rispettare e meritare la fiducia dei nostri giovani.
Così Paola e Claudio  nella lettera, carica di significato, che ha come destinatario il terzo Presidente del Consiglio italiano, da quando Giulio è stato ammazzato in Egitto. Poco più di tre anni, dei passi sono stati compiuti, ma inevitabilmente ci si è scontrati contro il blocco egiziano, che ha acquisto forza, grazie a quella plurima legittimazione come manifestata dalle democrazie occidentali. Egitto che ha visto blindare il sistema attuale di potere con il referendum costituzionale che ha registrato un calo di votanti rispetto al passato ed inizia a scricchiolare. 
Ogni passo che va nella direzione della verità per Giulio è importante. Ogni tentativo è importante. Tutte le strade vanno praticate. Anche quella della Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Giulio Regeni.
Si è tutti consapevoli che queste Commissioni nel corso della storia non hanno determinato grandi risultati, ma questa è una delle poche Commissioni che andrebbe ad indagare praticamente e sostanzialmente su uno stato estero, ed è sicuramente uno strumento importante, per tenere accesa, per 18 mesi circa, tanto quanto durerà la sua attività, l'attenzione mediatica sul caso di Giulio. Non è mai banale ricordarlo. Quando si parla di Giulio, si parla di tutti gli egiziani che hanno subito lo stesso trattamento, disumano. E' anche per loro che si chiede giustizia e si lotta.  E l'operato di questa commissione non sarà di " testimonianza", ma sarà l'ennesimo pezzo che andrà a comporre il puzzle per la verità di Giulio e che sicuramente, dal punto di vista politico, determinerà un gran fastidio al regime dittatoriale egiziano, arrogante e temibile come pochi.
Il compito di questa Commissione è  quello di accertare le responsabilità relative alla morte di Giulio Regeni nonché i moventi e le circostanze del suo assassinio. Nella relazione di accompagnamento si specifica: "Sulla base di quanto previsto dal testo risultante dagli emendamenti approvati dalle Commissioni la Commissione d'inchiesta ha il compito di chiarire le responsabilità e le circostanze che hanno portato ala morte di Giulio Regeni (art.1, comma 2, lett. a) e di verificare fatti, atti e condotte commissive ed omissive che abbiano costituito o costituiscano ostacolo, ritardi o difficoltà nell'accertamento giurisdizionale delle responsabilità relative alla morte di Giulio Regeni, anche al fine di valutare eventuali iniziative normative per superare, nel caso di specie e per il futuro simili impedimenti, nonché per incrementare i livelli di protezione delle persone impegnate in progetti si studio o di ricerca all'estero, in funzione di prevenzione dei rischi per la loro sicurezza o incolumità (art. 1, comma 2, lett. b)."
In questo cammino non ci devono essere divisioni politiche. La verità per Giulio deve diventare affare di stato, interesse primario nazionale, senza se e ma.
mb

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