La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

Immagine
Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Monfalcone da "Caporetto" della sinistra, alla Vittorio Veneto della sinistra

Ci troviamo in un momento particolare della storia del Paese, in fase di declino, di povertà sempre più diffusa, e degrado diffuso, un Paese dove si muore sul lavoro come se niente fosse, dove si muore perchè crollano ponti e cavalcavia, per cattiva sanità, per indigenza, per mafia. Un Paese che è tra i più "corrotti" d'Europa e dove in modo scellerato si è affermato un concetto nazionalista blasfemo verso ogni principio costituzionale di uguaglianza tra le persone, un prima gli che ha comportato discriminazioni, l'incremento dell'odio razziale, a partire dalla caccia all'uomo "nero". Lo si colpisce perchè più facilmente individuabile come il rom, lo si spara come se fosse il tutto un videogame, e sono spesso giovanissimi a farlo, perchè razzisti, perchè confondono la vita con un videogame perchè non hanno rispetto per l'essere umano.

E la scuola in tutto ciò ha fallito in modo incredibile. Rispettano più gli animali, che meritano piena tutela sia ben chiaro, che le persone. Non è emergenza razzismo, perchè in Italia c'è sempre stato un problema razzismo,  spesso ignorato e sottovalutato, ma è una questione che ora si nota di più, un più che va fermato. Un quadro difficile, destinato a peggiorare soprattutto nel 2019 quando si giocherà una partita decisiva per il futuro dell'Europa, in uno scontro politico elettorale tra fantomatici sovranisti ed europeisti.

In tutto ciò si pone nel mezzo Monfalcone. Una cittadina di neanche 30 mila abitanti, soglia che forse non toccherà mai nei prossimi decenni, che ha strutturato la propria esistenza e dipendenza vitale sui cantieri navali, da cui dipende vita e morte e miracoli del mandamento, e sta conoscendo politiche tanto ridicole per alcuni aspetti quanto preoccupanti. In FVG, anche grazie all'operato di parte di alcuni media, che erano diventati e continuano ad esserlo in diversi casi, più organi di propaganda che di informazione, si è spinta la regione verso l'ondata verde. Ovviamente determinanti sono stati anche gli errori politici pesanti, le scelte politiche errate di chi prima ha governato. Il sogno della Padania dei secessionisti leghisti è sempre più vicino. Anche se non ne parlano più, quella è la loro origine. Stanno completando il puzzle ed il FVG è una pedina importante per il compimento di questo puzzle. Monfalcone ne è il simbolo centrale di tutto ciò.  

E' stata la Caporetto della "sinistra, dovrà diventare la Vittorio Veneto della sinistra, dell'antirazzismo e di una democrazia che non conosce discriminazioni, che mira al compimento della libertà, uguaglianza e fratellanza senza quel becero e idiota prima gli. La storia del FVG non è quella che stiamo conoscendo in questo periodo. Vi è stato un grave astensionismo elettorale, un gran senso di sfiducia, l'astensionismo ha favorito certe ondate che ora legittimamente governano, perchè elette, perchè votate. Una regione che ha la sua origine nell'incrocio tra culture latine, slave e germaniche, una regione che ha conosciuto il peggior fascismo ma la più importante forma e sostanza di resistenza italiana non solo del confine orientale. Questa è la storia del FVG, multietnica, plurale, non di chiusura, non di fortezza. E questo forte crollerà, il conto alla rovescia è già iniziato.

Marco Barone

Commenti

Post popolari in questo blog

Una storia per bambini della scuola primaria nella giornata Mondiale della Gentilezza

Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione?

Bruxelles e le vetrine hot