La ciminiera di Monfalcone va salvaguardata non demolita

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In Italia spesso si preferisce inseguire la via della tabula rasa, dell'annientamento, del vuoto, per dare spazio al nuovo che sormonta e travolge tutto ciò che è stato nel bene e nel male. Ci sono manufatti che hanno segnato la vita e la quotidianità di una comunità. Ci sono manufatti architettonici che caratterizzano i luoghi ed uno di questi è indiscutibilmente la ciminiera di Monfalcone di cui si apprende che nel 2027 avverrà la sua demolizione. Qui non è chiaramente in discussione la riconversione della centrale attuale ma di ciò che esteticamente, simbolicamente, rappresenta quel manufatto enorme di circa 150 metri circa realizzato nel secolo scorso e che andrebbe preservato piuttosto che spazzato via. Quel manufatto potrebbe essere considerato come ciminiera storica industriale, elemento tipico del paesaggio industriale monfalconese. Perchè non valutarne la sua valorizzazione a livello conservativo, anche come elemento storico di riflessione di come i processi ...

Nell'Italia dove più di 200 Comuni sono stati sciolti per infiltrazione mafiosa




Infiltrazione mafiosa. Cosa nostra, nel senso di cosa tutta italiana, nell'Italia degli 8 mila Comuni più di 200 dal 1991 al oggi, 27 luglio, con il Comune di Vittoria, si arrivano a sciogliere 240 amministrazioni locali per infiltrazione mafiosa. Dal 1991 al 27 luglio 2018, come si legge sul sito Avviso Pubblico, "sono stati emanati nel complesso 481 decreti ex art. 143 del testo unico sugli enti locali, dei quali 167 di proroga di precedenti provvedimenti; su 314 decreti di scioglimento, 25 sono stati annullati dai giudici amministrativi. 



La Calabria è la regina delle amministrazioni sciolte per mafia, o meglio 'ndrangheta si dovrebbe dire.
Con 107 amministrazioni coinvolte, seguita dalla Campania, poi Sicilia, Puglia e altre regioni.


21 sono gli scioglimenti decisi nel 2017 e ben 18 nei primi 7 mesi del 2018: si tratta dei comuni di Cirò Marina (Crotone), San Gennaro Vesuviano (Napoli, già sciolto in passato in altre due occasioni), Mattinata (Foggia), Scilla (Reggio Calabria), Camastra (Agrigento), Calvizzano (Napoli), Strongoli (Crotone, già sottoposto in passato ad uno scioglimento, poi annullato dal Consiglio di Stato), Bompensiere (Caltanissetta), Caivano (Napoli), Platì (Reggio Calabria, già sciolto nel 2006 e nel 2012), Manduria (Taranto) e Limbadi (Vibo Valentia) – per questi ultimi due negli anni scorsi era stata decisa invece l’archiviazione – Surbo (Lecce, già sciolto nel 1991), San Gregorio d’Ippona (Vibo Valentia, già sciolto nel 2007), Trecastagni (Catania), Briatico (Vibo Valentia, già sciolto in passato in altre due occasioni), Sogliano Cavour (Lecce) e Vittoria (Ragusa). Ben 58 solo le amministrazioni colpite da più di un decreto di scioglimento (vedi il prospetto “Amministrazioni con più scioglimenti“), le amministrazioni locali complessivamente coinvolte nella procedura di verifica per infiltrazioni della criminalità organizzata sono state fino ad oggi 265 e di esse 240 sciolte per mafia (tra queste ultime 1 capoluogo di provincia e ben 5 aziende sanitarie). Si tratta di dati agghiaccianti. Che dovrebbero portare un Paese sull'orlo della rivoluzione civile.

Ma oramai un Comune interessato da un simile provvedimento rischia di non fare più notizia, di essere solo materiale per la statistica perchè nell'Italia in declino i problemi da perseguire sono altri, quelli che possono soddisfare la pancia di qualcheduno, come dare la caccia alle streghe.

Marco Barone

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