Chiamare ancora oggi Ronchi "dei Legionari" sarebbe come chiamare Latina, Littoria

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Come è risaputo dal 1925, la città di Ronchi di Monfalcone, ha visto mutare il proprio nome in Ronchi dei Legionari, per la precisione il 2 novembre del 1925 con il Regio Decreto firmato da Rocco pubblicato nella G.U n° 283 del 5 dicembre 1925. Quest'anno pertanto ricorrono ben cent'anni da questa ricorrenza dovuta all'omaggio voluto dal fascismo per celebrare la presa di Fiume da parte di D'Annunzio che partì casualmente da Ronchi dopo aver dormito per qualche ora in una dimora nella vecchia via di Trieste. E come è ben risaputo nessun cittadino di Ronchi partecipò a quell’atto eversivo che ha subito la città di Fiume per 500 giorni con tutte le conseguenze che ne derivarono per i fiumani che nel 1924 scivolarono anche grazie a quel fatto storico e politico sotto il fascismo. Continuare a chiamare Ronchi "dei Legionari" come se appartenesse a chi mai ha appartenuto nel corso della sua storia, minandosi pertanto ogni identità storica del territorio, sarebbe co...

Se la Governatrice/Presidente del FVG scende in campo per sostenere il MOSTRO



Quando il Sindaco di Ronchi prese una posizione netta e chiara di contrarietà al processo della fusione di Ronchi con Monfalcone si verificò un vero e proprio putiferio. Ora che a scendere attivamente in campo è addirittura la Governatrice o Presidente del FVG pare essere tutto lecito e normale. Ogni stato di neutralità è venuto meno. Ma ciò non mi stupisce. D'altronde il sistema scellerato delle UTI è funzionale alle fusioni e le fusioni sono funzionali alle UTI ma non solo. Con l'abrogazione, finalmente, delle Province, si propone, purtroppo, la possibilità di realizzare le città metropolitane. E come già avevo denunciato recentemente il destino del monfalconese pare essere quello di finire presto o tardi sotto Trieste. Una sorta di ritorno a casa, penseranno molti, dopo gli effetti del Trattato di Pace del 1947. Per Gorizia, se riuscirà la fusione con la creazione del Comune di Monfalcone Ronchi Staranzano, noto come MOSTRO, sarà il colpo di grazia a causa di quella perdurante decadenza che ad oggi pare essere indomabile. Perché tutto si sposterà su Monfalcone per poi finire sotto Trieste. E Gorizia, che intanto si gode il primato della UTI dell'Alto Isontino, il suo piccolo feudo, se già oggi conta meno di niente, non conterà, domani, assolutamente nulla con tutte le conseguenze che ne deriveranno. E' in corso una riorganizzazione del territorio enorme che condizionerà non solo i processi governativi che verranno ma anche la spartizione del potere che, ad oggi, visto il vento che soffia e come soffia, corre verso il renzismo ed il decisionismo. Insomma se il combinato disposto dell'Italicum con la riforma della Costituzione apre le porte al decisionismo pieno e puro, ergo autoritarismo del terzo millennio, il combinato disposto della fusione di Monfalcone, Ronchi e Staranzano aprirà un varco enorme per la consegna di questo territorio a Trieste, e la decapitazione di Gorizia. Qualcuno dall'alto ha deciso che l'Isontino deve sparire dalla geografia politica, spartito tra Trieste ed il Friuli. Ciò potrà essere legittimo, ci mancherebbe, ma avessero almeno il coraggio di ammettere le cose come sono e come dovranno essere. Invece qui si procede, passo dopo passo, a realizzare un disegno che pare essere per quanto lampante, in verità nascosto. Ma la discesa in campo della Governatrice del FVG determina un peso diverso al voto del 19 giugno. Non sarà solo un voto per la fusione, ma anche politico che avrà certamente delle ricadute all'interno del PD e forse anche nel Governo della Regione. E purtroppo il fatto che questa consultazione sia stata in parte trasformata in una lunga e costante notte dei lunghi coltelli all'interno del PD spingerà la gente ad astenersi rendendo incerto l'esito del voto. Anche perché non vi è il quorum per la validità. Certo, il no ad oggi pare essere maggioritario a Ronchi, ma delle sorprese, amare, non sono da escludere, perché i fusionisti hanno schierato in campo i più potenti mezzi e Ronchi, terra ove è nata la resistenza, dovrà dare ancora una volta prova di saper e voler resistere nei confronti di questa fusione priva di progettualità ma che mira complessivamente a depotenziare l'Isontino e favorire chi vorrà la città metropolitana in una regione, come quella nostra, che è sempre stata caratterizzata da tanti e piccoli Comuni, ma questi tanti e piccoli Comuni sono un sassolino nella scarpa da gettare via nell'epoca del decisionismo.

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