La Commissione
parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia in Sicilia fu
istituita per la prima volta dalla legge 20 dicembre 1962, n. 1720,
nel corso della III legislatura i cui lavori terminarono nel 1976,
al termine della VI legislatura.
Da allora, si sono
susseguite varie Commissioni parlamentari d'inchiesta che terminano
il mandato di norma con con la chiusura della legislatura in cui
nascono, l'ultima ha terminato il suo operato il 14 marzo 2013.
La Commissione ha poteri
importanti per accertare e valutare la natura e le caratteristiche
dei mutamenti e delle trasformazioni del fenomeno mafioso e di tutte
le sue connessioni. Può indagare ad esempio sul rapporto tra mafia
e politica, e le ultime vicende del Comune di Scalea, confermano che
tale legame mai è stato interrotto, indagine che può emergere sia
riguardo alla sua articolazione nel territorio, negli organi
amministrativi, con particolare riferimento alla selezione dei gruppi
dirigenti e delle candidature per le assemblee elettive, sia riguardo
a quelle sue manifestazioni che, nei successivi momenti storici,
hanno determinato delitti e stragi di carattere politico-mafioso. Può
accertare le modalità di difesa del sistema degli appalti e delle
opere pubbliche dai condizionamenti mafiosi, le forme di
accumulazione dei patrimoni illeciti, di investimento e riciclaggio
dei proventi derivanti dalle attività delle organizzazioni criminali
o verificare l'impatto negativo, sotto i profili economico e
sociale, delle attività delle associazioni mafiose o similari sul
sistema produttivo.
Nonostante siano
trascorsi diversi mesi dell'insediamento della nuova legislatura, la
Commissione parlamentare d'inchiesta ritarda la sua nascita. Nella seduta
pomeridiana di mercoledì 12 giugno, la Camera ha approvato il testo
unificato della proposta di legge C. 482 ed abbinate-A: Istituzione di
una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e
sulle altre associazioni criminali, anche straniere. Il provvedimento deve passare all'esame del Senato. I motivi del ritardo
possono essere vari, politici, dubbi sulla durata della legislatura,
emergenze contro emergenze e così via dicendo. Però è anche vero
che, per esempio, quella che doveva essere la prima materia da
affrontare, quale la riforma della legge elettorale, non è più tra
i vari punti in discussione, e ciò è un segnale che può lasciare
intendere varie questioni, come la volontà di far perdurare questa
legislatura forse anche oltre il 2014, quando, a detta di
molti( io incluso), con la coincidenza elettorale delle politiche comunitarie,
potrebbe realizzarsi una sorta di caduta del governo e nuove
elezioni. Quante volte si è detto che fino a quando non si approva
la Legge elettorale questo governo, nato anche per tal motivo, non
potrà certamente andare a “casa”? Ed allora a quando la
Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno mafioso e tutto ciò
che vi è connesso? Una Commissione che dovrà, a parer mio, indagare
in particolar modo sulle attività di riciclaggio ma anche verificare
se le mafie riescono e come riescono ad interferire nel settore
delle speculazioni bancarie, nel settore dei mercati e della borsa,
ed appurare, come in tempo di perdurante stato di crisi sociale ed
economica, hanno incrementato il loro potere nelle Regioni ove la
loro presenza è già consolidata e come si stanno ramificando anche
in Regioni ove la loro presenza è sottovalutata, come il Friuli
Venezia Giulia, ad esempio.
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