Non c'è due senza tre...la nuova commissione d'inchiesta sull'operazione Moro

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  Sei film, decine e decine di libri, due commissioni d’inchiesta parlamentare e ora ne arriverà una terza, pare, per cercare di far luce per quanto possibile su tutte quelle zone oscure che connotano l’affare di Stato Moro. Perché alla fine dei conti è di questo che si tratta e stiamo parlando. Le narrazioni, i racconti che si sono susseguiti negli anni hanno falsato, a livello di immaginario collettivo, la realtà. Oramai lo hanno capito anche coloro che hanno gli occhi coperti dal miglior prosciutto DOP che non hanno fatto tutto da soli, i fantomatici rivoluzionari brigatisti e che nell’operazione Moro sono state coinvolte una pluralità di soggettività, che avranno abbracciato tanto organizzazioni criminali che eversive che connesse anche agli apparati di sicurezza di uno o più Stati. Da GLADIO a quant’altro, ma un conto è muoversi nella melma del vago, un conto quanto più indizi costituiscono una prova. Il memoriale brigatista è stato un capolavoro politico e

La chiusura dei confini non è mai stata la soluzione, la soluzione è la politica di una Nazione


Per la seconda volta, nella sua storia, da quando è entrato in vigore Schengen, il FVG dovrà fare i conti, nell'arco di pochi anni di distanza, con la chiusura o sospensione temporanea dell'area di confine, della libera circolazione delle persone. Prima l'emergenza era il COVID, e come ben sappiamo quella misura di chiusura dei confini è stato un palliativo inefficace, ora, per ragioni di sicurezza nazionale dovute al terrorismo e questione emigratoria. Quando ci fu il fenomeno record di migrazioni con la rotta balcanica non si arrivò a queste radicali decisioni. Il vero punto nodale della questione è la politica che una Nazione intende adottare. L'esempio degli esempi è quanto accaduto con il minuto di silenzio voluto dalla UEFA per le vittime del terrorismo. Deliberatamente quel minuto di silenzio, contestato nella notte di Wembley da migliaia di timidi fischi, non è stato pensato per le vittime palestinesi della reazione spropositata israeliana, siamo arrivati ad oltre 3 mila vittime, ma solo ed esclusivamente per le vittime israeliane e per i due tifosi svedesi. Non tutti i morti sono uguali, non tutti i morti civili meritano lo stesso grado di rispetto, come se ricordare le vittime palestinesi significasse essere dalla parte dei terroristi e dei criminali che hanno compiuto gesti terribili in Israele contro civili. Ecco, riportando questa similitudine alle cose di casa nostra, se si fosse adottata una politica meno da tifo, meno da ultras, meno di parte e più oggettiva, probabilmente non ci sarebbe stata alcuna necessità di dover ricorrere a misure che allontano i cittadini dall'Europa e li rinchiudono all'interno del proprio recinto nazionale. Che comunque è sempre raggirabile e chi ne pagherà le conseguenze di tutto ciò saranno ancora una volta solo i cittadini comuni, come sempre succede. La soluzione è la politica di buon senso che una Nazione deve saper adottare, senza farsi trascinare dal vento del momento, se questa manca, allora non devono stupire le misure radicali, inefficaci, verso un fenomeno difficilmente controllabile ed inquietante che sta riportando il mondo in un periodo buio.

mb

Commenti

  1. Non è la seconda volta, forse la terza. Ricordo che erano stati chiusi nel 2009 per il G8 mi pare.
    Che poi non capisco sti italiani che sono tanto affascinati dal confine tanto da venire qui a fare i loro pipponi senza avere alcun legame con la storia e con il territorio non dovrebbero essere contenti del suo ritorno?

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