Chiamare ancora oggi Ronchi "dei Legionari" sarebbe come chiamare Latina, Littoria

Domenica 7 Novembre 1880, la Gazzetta Piemontese pubblica in un trafiletto il breve resoconto dell'incontro tra alcuni triestini e Garibaldi e riporta il messaggio dell'uomo che unì l'Italia ai goriziani. Un messaggio di chiara valenza patriottica e nazionalistica che aveva come scopo di rassicurare sia i triestini che i goriziani che l'Italia non li aveva dimenticati e che il momento del ricongiungimento si sarebbe presto verificato. La Nizza d'Austria Gorizia, e la bocca di Vienna sull'Alto Adriatico, Trieste, uscirono dalla loro condizione di isolamento, di irrilevanza solo grazie all'Impero Austroungarico. Trieste venne trasformata da un piccolo villaggio di pescatori ad uno dei più importanti porti mondiali, ad esempio. Ma quelle due città furono da sempre contese fino ad arrivare come ben sappiamo al disastro della prima guerra mondiale. Ritornando a Garibaldi ed i triestini, così riporta il giornale:
I Triestini a Garibaldi. —alle 10, una deputazione di emigrati triestini fu presentata a Garibaldi. « — Noi vi portiamo, o Generale — dissero — i saluti, i voti, le speranze di Trieste. La patria nostra spera che la democrazia riparerà a breve all'immeritata dimenticanza in cui fa lasciata dai |Governi passati, — L'Italia, rispose il Generale, non dimentica Trieste, non la dimentica la democrazia. Potranno dimenticarvi i preti e i moderati, non la democrazia. A chiunque batta in petto cuore italiano la vostra causa è sempre presente. Riferite queste parole al vostri compatrioti e avvisateli che la vostra ora è vicina. I Triestini ringraziarono commossi il Generale e s'accomiatarono. »
Quanto ai goriziani, invece...
I Goriziani e Garibaldi. — Lo stesso giornale reca: Nicola Bossi e Paolina Andreussi, di San Daniele del Friuli, che, rappresentanti dell'oppressa Gorizia, ponevano una corona d'alloro al monumento inaugurato, furono ieri l'altro ricevuti cordialmente dal generale Garibaldi, il quale disse loro: — Salutate la vostra famiglia, salutate i vostri rappresentanti di Gorizia, e dite che li tengo nel cuore. »
mb
fonte notizia archivio storico la Stampa
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