Non c'è due senza tre...la nuova commissione d'inchiesta sull'operazione Moro

Immagine
  Sei film, decine e decine di libri, due commissioni d’inchiesta parlamentare e ora ne arriverà una terza, pare, per cercare di far luce per quanto possibile su tutte quelle zone oscure che connotano l’affare di Stato Moro. Perché alla fine dei conti è di questo che si tratta e stiamo parlando. Le narrazioni, i racconti che si sono susseguiti negli anni hanno falsato, a livello di immaginario collettivo, la realtà. Oramai lo hanno capito anche coloro che hanno gli occhi coperti dal miglior prosciutto DOP che non hanno fatto tutto da soli, i fantomatici rivoluzionari brigatisti e che nell’operazione Moro sono state coinvolte una pluralità di soggettività, che avranno abbracciato tanto organizzazioni criminali che eversive che connesse anche agli apparati di sicurezza di uno o più Stati. Da GLADIO a quant’altro, ma un conto è muoversi nella melma del vago, un conto quanto più indizi costituiscono una prova. Il memoriale brigatista è stato un capolavoro politico e

Quando riapriranno i confini l'attuale piazza Transalpina/Trg Evrope sarebbe bello se si chiamasse piazza del 1°maggio

Nei 55 giorni di "lockdown" sono stati eseguiti oltre 17 milioni di controlli, 12.360.197 su persone e 4.798.015 su attività/esercizi commerciali. Poco più di 415 mila i provvedimenti sanzionatori, tra denunce e sanzioni amministrative. L'Italia ha usato il pugno duro, dai droni, all'esercito, agli elicotteri per reprimere i comportamenti ritenuti scorretti e casi di abuso non ne sono certamente mancati. L'Italia non si è fidata degli italiani. Solo nel nostro Paese si sono registrate situazioni del genere, nell'Europa democratica il pugno duro così pesante non c'è stato. Si è preferita la via della sensibilizzazione. In tale contesto, come ben sappiamo, Austria, Slovenia in testa si son chiuse per proteggersi soprattutto dagli italiani. D'altronde come dar loro torto, se il primo segnale di sfiducia  verso gli italiani, lo abbiamo dato noi, in Italia? Le critiche sono state dure, comprensibili. Ogni nazione, ogni regione, ha fatto quello che ha voluto. E l'Europa è rimasta a guardare, da questo punto di vista. Fate voi. Vedetela voi. Il 1 maggio del 2020 correva il sedicesimo anniversario della caduta del muro di Gorizia. Simbolicamente una bandiera europea è stata attaccata alla recinzione che divide due città, due nazioni e stati diversi.

Con una piazza che non riesce ad avere lo stesso nome, piazza Transalpina dal lato italiano, Trg Evrope da quello sloveno. Sarebbe bello se dopo questo disastro, dopo la chiusura dei confini, condividessero Gorizia e Nova Gorica lo stesso nome di quella meravigliosa piazza, che potrebbe essere piazza del 1° maggio, in ricordo di quel 1° maggio 2004, che ha segnato la caduta dell'ultimo muro interno d'Europa. L'emergenza del coronavirus che ci ha confinati all'interno delle proprie case, dei propri rioni, dei propri comuni, della propria regione, ha ben evidenziato quanto sia importante e bello vivere in una società senza confini e barriere e come nello stesso tempo nel giro di un niente puoi trovarti barricato all'interno del tuo paese perdendo quella libertà di movimento, di condivisione, che fino ad un momento prima era l'assoluta normalità.

mb



Commenti

  1. Niente male come idea, il problema è che sarebbe confuso facilmente col primo maggio - festa dei lavoratori da chi non conosce la storia locale. In alternativa ci sarebbe il 9 maggio (dichiarazione Schuman).

    RispondiElimina
  2. Sì, sarebbe molto meglio chiamarla "Piazza Europa" da entrambi i lati oppure "Piazza 9 maggio".

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Una storia per bambini della scuola primaria nella giornata Mondiale della Gentilezza

Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione?

Bruxelles e le vetrine hot