Via Sant'Ambrogio una via alla ricerca della sua identità
Un tempo via del Duomo, o del Teatro, oggi via Sant'Ambrogio che porta lo stesso nome del duomo consacrato dopo i disastri della prima guerra mondiale nell'ottobre del 1929, pur senza il campanile che dovette attendere la fine degli anni '50 per essere battezzato. Una via che nel corso della sua storia è sempre stata da transito di merce e persone e che è diventata negli ultimi tempi il teatro dello scontro identitario di una Monfalcone alla ricerca del proprio equilibrio sociale. Perchè è evidente che a Monfalcone, terra di passaggio, da quando è diventata grazie ai Cosulich città dei cantieri, per questo contesa dal regno d'Italia all'Austria, per privarla dei suoi cantieri insieme al porto triestino, ha conosciuto quelle dinamiche proprie delle città portuali. Gente che viene, gente che va. Approdo e partenza di nuove identità. Dal Sud Italia, all'Asia, passando da quel centinaio di nazionalità che a Monfalcone stanno cercando il proprio equilibrio, ognuna ne
I soliti ignorantelli che citano sempre la Dalmazia, senza sapere che dopo la prima guerra mondiale fu annessa al neoformato Regno dei Serbi, Croati e Sloveni e non all'Italia, mentre a quest'ultima, di tutta la Dalmazia, venne annessa solamente la città di Zara, come enclave circondata da territorio jugoslavo. All'epoca era anche l'unica città a maggioranza italiana, la seconda Spalato con solo il 10% di italiani, mentre la Dalmazia intera contava un bel 97% di popolazione croata.
RispondiEliminaChissà come mai non vanno a marciare anche nel Canton Ticino, dove la popolazione è italiana nella sua quasi totalità.