La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Due anni dall'ultimo grande attentato dell'ISIS in Europa, Barcellona,l'obiettivo era il referendum per l'indipendenza?

Le 15 vittime di Barcellona, i 130 feriti di Barcellona, forse delle beghe politiche catalane non sapevano niente e manco erano interessati. Erano lì per godersi una delle vie più belle d'Europa, in una delle città più vitali d'Europa. Un pomeriggio spensierato, di caldo d'agosto. Poi la follia pianificata omicida. Il furgone bianco sulla Rambla, colpisce le persone come fossero birilli, fugge, la gente scioccata, e la storia è nota. E' stato quello l'ultimo grande attentato rivendicato dall'ISIS in Europa. Poi, si è spento, la macchina omicida si è fermata, dopo anni di terrore sparso per il vecchio continente che si è rivelato essere più vulnerabile del previsto. Mentre l'ossessione per la sicurezza ha continuato ad affermarsi in Europa favorendo la scalata dei nazionalismi e neofascismi. Il livello dell'allerta, si è raccontato per il rischio attentati a Barcellona, era alto. Ma i turisti non lo sapevano. Non lo sapevamo neanche noi che eravamo lì. E sulla Rambla i controlli erano pressoché ridicoli visto il livello di allerta lanciato. Barcellona in quel 17 agosto del 2017 è stata vittima di un qualcosa che ancora oggi ha più zone buie che di luce. La macchina della giustizia si è fermata. A parte gli esecutori manca tutto il resto. E qui, come si può leggere sulla stampa catalana, sono tanti e sempre più consolidati i sospetti, che quell'attentato sia stato non fermato, perchè poteva essere utile per destabilizzare Barcellona in vista del referendum sull'indipendenza dell'autunno che avrà poi delle conseguenze pesantissime nei rapporti tra Spagna e Catalogna. Il senso dell'unità nazionale, della sicurezza nazionale, avrebbe dovuto prevalere. Così non fu, nonostante la visita dell'odiato re a Barcellona. Pare che gli obiettivi degli attentatori potessero essere plurimi. Si parlava della nota Sagrada Familia, o della torre Eiffel a Parigi, o di colpire il Camp Nou durante l'incontro tra Barça e Betis o addirittura la diga di Riudecanyes. In particolare, su quel bacino sono state condotte 215 ricerche, come rivelato dai giorni scorsi "Diari de Tarragona". Insomma, a pagare, sempre e come sempre, innocenti.Si chiede a gran voce di tenere la politica fuori da questa vicenda, il 17 agosto sta diventando una data che divide, non poteva che essere così. Andrà fatta verità e giustizia fino in fondo, andrà capita la regia, catturati i mandanti, e capire perchè la Spagna se in possesso di informazioni sensibili non è riuscita a fare quanto in suo potere, stante anche l'elevato stato di allerta, per cercare di contrastare quel maledetto attentato del 17 agosto che ha spezzato la vita di decine di persone, di decine di famiglie e lasciato un segno indelebile pesante nella memoria di chi era lì.
mb

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