Trasformare la casa natale di Tina Modotti, nel museo Tina Modotti, può essere una grande opportunità per Udine

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Tina Modotti è probabilmente più apprezzata all'estero che in Friuli. Semplicemente è a dir poco sconcertante che non esista praticamente quasi nulla dedicato a lei. C'è una sala dedicata a Tina Modotti in città, c'è un punto Modotti, che ospita dei quadri di artisti locali, a pochi passi dalla casa natale di Tina Modotti che è cercata più dai messicani, sudamericani che altro. Eppure in quella via affascinante a pochi minuti a piedi dal centro di Udine, in via Pracchiuso 89, c'è la casa natale di Tina, dove sorge una targa con le parole di Neruda che ne ricordano l'essenza. La facciata della casa è stata recentemente restaurata e l'edificio ospita l’asilo notturno “Il Fogolâr”   inaugurato il 4 settembre del 2006  ed ospita le persone senzatetto  ed è gestito dalla Caritas. All'interno vi si trovano delle stampe e copie di alcune fotografie di Tina. Sarebbe il minimo sindacale pretendere di trasformare la casa natale di Tina Modotti in un museo che possa ac...

Se una ministra egiziana dice che chi critica l'Egitto va sgozzato. Poi,chiede scusa.Ma noi stiamo diventando come l'Egitto?



Il video del ministro egiziano o meglio della ministra egiziana, visto che stiamo parlando di donne,  sta facendo discutere. Di quale video si tratta? La ministra all'emigrazione,Nabila Makram, è stata filmata mentre parlava ad una folla di espatriati egiziani in Canada  ed in tale occasione ha gesticolato con la mano al collo, a significare la gola tagliata,verso chiunque parlasse male dell'Egitto. Si è scatenato ovviamente e giustamente un putiferio. Sono state richieste le dimissioni. La ministra in questione si è scusata, dicendo quello che si dice sempre in queste circostanze. Che è stata fraintesa, che non voleva incitare alla violenza, i soliti bla, bla e bla.
Fa parte della cultura o meglio di parte della cultura di quel Paese atteggiarsi così. Ciò non deve stupire. Abbiamo visto cosa è capitato a Giulio. A migliaia di egiziani. Gli egiziani emigrati hanno una fottutissima paura di osare solo a pensare di criticare l'Egitto, figuriamoci coloro che vivono in quel Paese. Ed il mondo, semplicemente, se ne strafotte. Si relaziona con l'Egitto come se fosse l'amico che più amico non si può. Il diritto di critica in Egitto è pari a zero. Certo, non è che in Italia o in altri Paesi dell'occidente ce la passiamo proprio benissimo. Se  si dice  o scrive una cosa che non devi dire, fuori posto, ti sbattono in faccia il danno all'immagine se sei dipendente pubblico, e rischi di perdere il lavoro. Lo abbiamo visto già in diverse casistiche. Per non parlare della rimozione degli striscioni che davano fastidio con le forze dell'ordine che ti sono entrate in casa per toglierli.  Disturbavano il capitano. E che dire della caccia alle streghe? Del giustizialismo nazional-populista?  Però, ancora, ai livelli dell'Egitto non ci siamo, perchè essere a quei livelli significherebbe semplicemente essere ritornati al fascismo pieno. Non manca molto se si continua così, e forse è anche per questo che alla fine dei conti, oltre agli affari e business, si continua a trattare l'Egitto, o meglio la dittatura che ne è al potere, come un caro amico, perchè forse stiamo diventando come loro.

mb


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