Non c'è due senza tre...la nuova commissione d'inchiesta sull'operazione Moro

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  Sei film, decine e decine di libri, due commissioni d’inchiesta parlamentare e ora ne arriverà una terza, pare, per cercare di far luce per quanto possibile su tutte quelle zone oscure che connotano l’affare di Stato Moro. Perché alla fine dei conti è di questo che si tratta e stiamo parlando. Le narrazioni, i racconti che si sono susseguiti negli anni hanno falsato, a livello di immaginario collettivo, la realtà. Oramai lo hanno capito anche coloro che hanno gli occhi coperti dal miglior prosciutto DOP che non hanno fatto tutto da soli, i fantomatici rivoluzionari brigatisti e che nell’operazione Moro sono state coinvolte una pluralità di soggettività, che avranno abbracciato tanto organizzazioni criminali che eversive che connesse anche agli apparati di sicurezza di uno o più Stati. Da GLADIO a quant’altro, ma un conto è muoversi nella melma del vago, un conto quanto più indizi costituiscono una prova. Il memoriale brigatista è stato un capolavoro politico e

Il futuro non deve essere di chi vuole ritornare al passato.Per questo è importante dire no al dannunzianesimo

"Se il tuo progetto per il futuro è tornare nel passato, allora non dovresti guidare alcun Paese". Queste le parole espresse nel corso dell'intervista su Sky da Yuval Noah Harari, tra i più grandi pensatori contemporanei. Intervista dove, da storico, rileva che la storia è mutevole, in continuo cambiamento. " Le maggiori preoccupazioni del passato gradualmente sono cambiate a seconda della situazione. 400 anni fa, nel XVI o XVII Secolo, la preoccupazione di tutti in Europa era la grande battaglia tra Protestanti e Cattolici – la Riforma e la Controriforma. Oggi non importa quasi a nessuno. Persino i religiosi non sono così interessati a questa divisione. Abbiamo voltato pagina." 

E di tentativi di ritorno al passato ve ne sono, a bizzeffe, a partire da chi celebra eventi nefasti per la storia, che hanno martoriato soprattutto il secolo breve, dal quale si fatica a staccarsi in modo decisivo. Siamo legati da una sorta di cordone ombelicale nostalgico al '900, forse perchè fa paura quello che si sa che non sarà. 

D'altronde, come riconosce lo stesso Harari "è la prima volta nella Storia che ignoriamo anche le cose più basilari. Per prima cosa dovremmo essere onesti con noi stessi e con i nostri figli. Dire loro e dire a noi stessi: non sappiamo come sarà il mondo nel 2050. Nel corso della Storia si poteva ignorare quale sarebbe stata la situazione politica dopo 20-30 anni. Ma almeno si poteva prevedere suppergiù il mercato del lavoro e le qualifiche che sarebbero state necessarie. Oggi, se pensiamo a come sarà il mondo tra 30 anni, nessuno sa come sarà il mercato del lavoro. Nessuno sa che qualifiche saranno necessarie. Perciò non sappiamo cosa insegnare di preciso ai giovani di oggi. La scommessa migliore è insegnare ai giovani a studiare, essere sempre flessibili." Il tutto in un mondo che rischia di sfasciarsi in modo catastrofico.  
"Oggi ci sono principalmente tre problemi nel mondo: la possibilità di una guerra nucleare, il collasso ecologico, soprattutto i mutamenti climatici, e infine la tecnologia “destabilizzante”, cioè l’ascesa dell’intelligenza artificiale, della bio-ingegneria, che destabilizzeranno completamente economia, società e perfino il corpo umano." 

Va tagliato il cordone ombelicale con il passato, per contrastare sentimenti nostalgici che non faranno il bene dell'umanità, come la celebrazione dell'occupazione di terre altrui, come Fiume, osannando personaggi come D'Annunzio che la storia e il tempo hanno già condannato e che più di qualcuno cerca di riesumare e riabilitare . 

mb

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