Nel 2026, 80 anni dalla strage di Vergarolla, come per la strategia della tensione, senza verità, anche se non si era più in Italia

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  Ancora oggi non c'è una lapide istituzionale che ricordi a dovere le vittime della strage di Vergarolla di cui non si conosce il numero esatto dei morti, 64 furono  le vittime identificate. Quanto accaduto il 18 agosto del 1946 ha lasciato il segno indelebile nella storia delle complesse vicende del confine orientale spesso strumentalizzate per revisionismi storici, nazionalismi nostalgici, che nulla c'entrano con la verità e la giustizia negata alle vittime di quel fatto drammatico. Come accaduto durante lo stragismo neofascista durante la strategia della tensione, praticamente non vi è stata alcuna verità, nessuna inchiesta degna di nota. Solo supposizioni, teorie, ipotesi, spesso istanze degne di ultras più che di seguaci della verità. Quel fatto tragico è stato chiaramente utilizzato dalla retorica revisionista per le proprie battaglie ideologiche anticomuniste e contro la Jugoslavia comunista di Tito. Quando accadde quel fatto, Pola, era una zona enclave all'interno ...

Centinaia di migranti prendono "d'assalto" un treno alla stazione di Sarajevo

Centinaia di migranti hanno cercato di prendere d'assalto il treno per Bihac, dove si registrano situazioni sconcertanti, dalla stazione centrale di Sarajevo. Il controllore del treno con fatica cercava di fare rispettare a questa ondata di migranti una sorta di fila improvvisata, ma era come non stupito per quello che stava accadendo, perchè sicuramente successo altre volte, mentre la polizia bosniaca osservava a breve distanza la situazione senza intervenire. Il fatto è accaduto il 24 luglio, ma la foto si è potuta pubblicare solo ora, per ragioni di sicurezza, perchè non appena la polizia si è accorta che si stava scattando la foto per testimoniare quella situazione si è avventata intimando di non fotografare perchè in quell'area non si poteva fotografare in una Bosnia dove abbondano i cartelli con divieto di foto. Effettivamente nella stazione di Sarajevo ci sono diversi avvisi sul divieto di fotografare, ma quanto accaduto sul binario uno della stazione di Sarajevo non poteva non essere ignorato.
Andava testimoniato. Probabilmente queste sono scene che si ripetono con assiduità nella città bosniaca che ha tutti gli interessi di veder allontanare queste persone dal proprio territorio che pare, per quello che si racconta, giungano facilmente in Bosnia perchè facilitati dalla Serbia. La direzione dei migranti va verso la Croazia. Da tenere conto che la Slovenia sta blindando i suoi confini con la Croazia e a loro volta queste persone  vengono respinte verso la Bosnia, sempre più legata alla Turchia. Si tratta di persone che cercano una vita migliore, è sicuramente un loro diritto, e affrontano situazioni incredibili pur di conquistarsi un pezzetto di diritto alla felicità e dignità. La rotta balcanica non ha i numeri record degli scorsi anni, si dovrebbe parlare oggi di mini rotta balcanica,  che in questi ultimi mesi si sta sicuramente aggravando, ma non si può rimanere indifferenti verso quanto sta succedendo, come se non esistesse. Non è che se ti blindi con i carri armati, filo spinato, droni e pattugliamenti misti, o chiudendo i porti, quello che accade alle porte del "tuo"mondo, non ti deve interessare, come se non esistesse solo perchè non lo vedi. E quando ti capita davanti agli occhi, altro non puoi fare che assistere a quelle scene che hai imparato a vedere in televisione, nei documentari, a vivere indirettamente con le testimonianze dei protagonisti, ma questo non è un film, è la realtà.


mb

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