Via Sant'Ambrogio una via alla ricerca della sua identità

Immagine
Un tempo via del Duomo, o del Teatro, oggi via Sant'Ambrogio che porta lo stesso nome del duomo consacrato dopo i disastri della prima guerra mondiale nell'ottobre del 1929, pur senza il campanile che dovette attendere la fine degli anni '50 per essere battezzato. Una via che nel corso della sua storia è sempre stata da transito di merce e persone e che è diventata negli ultimi tempi il teatro dello scontro identitario di una Monfalcone alla ricerca del proprio equilibrio sociale. Perchè è evidente che a Monfalcone, terra di passaggio, da quando è diventata grazie ai Cosulich città dei cantieri, per questo contesa dal regno d'Italia all'Austria, per privarla dei suoi cantieri insieme al porto triestino, ha conosciuto quelle dinamiche proprie delle città portuali. Gente che viene, gente che va. Approdo e partenza di nuove identità. Dal Sud Italia, all'Asia, passando da quel centinaio di nazionalità che a Monfalcone stanno cercando il proprio equilibrio, ognuna ne

La "guerra" delle statue di Trieste, alla fine la spunteranno Bruno bareta e Gigi il cartonaio?




A Trieste quando si tratta di dover decidere che statua fare, a chi dedicarla, si apre di norma un vero putiferio. Perchè è una città complessa, dove non si possono accontentare tutti,e dove spesso prevale il carattere ideologico di un secolo breve che ha condannato questa città  a rimanere ferma al palo mentre il resto del mondo si modernizzava. Da monumenti distrutti, e fatti a pezzi, come quello della dedizione della città all'Austria, ad altri finiti nei magazzini, ad altri che hanno trovato diversa collocazione rispetto a quella pensata per ragioni di opportunità, come la statua a Santin, a quella di Maria Teresa, che pur non avendo mai messo piede a Trieste, e pur con il suo estremo conservatorismo, Trieste fu grata per il nuovo volto acquisito dalla città, a quella del nazionalista D'Annunzio, che riporterebbe la città indietro di cent'anni, a tempi che nessuno dovrebbe nè celebrare, nè rimpiangere, a quella di Ressel noto anche per la  costruzione della nave Civetta per il collegamento tra Monfalcone e l'Istria. Il tutto mentre il trio Saba (costretto a sorbirsi la battaglia della pipa e del bastone, ora ci sono, ora non ci sono, perchè qualcuno, sistematicamente lo prende di mira,)Svevo, e Joyce, se la rideranno e forse penseranno che se una statua a Trieste deve essere fatta, sicuramente questa andrebbe realizzata per ricordare il duo Bruno bareta e Gigi il cartonaio. Due personaggi storici della città. Che fanno parte della storia e della cultura popolare della città, d'altronde se il passaggio di Joyce, è detto anche ponte curto, una statua a questi due personaggi mentre si azzuffano per la raccolta del cartone, a colpi di triciclo e carretti, in piazza della Borsa, sarebbe il giusto coronamento dell'identità popolare di Trieste. E forse Bruno e Gigi paradossalmente metteranno d'accordo tutti. Anche se c'è chi propone una statua a Marco, il pinguino di Trieste. Che poi era anche una femmina, cosa che si scoprirà solo dopo la morte avvenuta nell'85. Una sorta di star internazionale della città, che magari potrebbe porsi nel mezzo tra Bruno e Gigi, mentre si azzuffano per i cartoni, per una statua e una storia tutta made in Trieste.

mb

Commenti

Post popolari in questo blog

Una storia per bambini della scuola primaria nella giornata Mondiale della Gentilezza

Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione?

Bruxelles e le vetrine hot