C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

La biblioteca di Marano Lagunare intitolata a Giulio Regeni. Un nuovo luogo di cultura dove far crescere la verità e giustizia



Il Comune di Marano Lagunare, in Friuli, in provincia di Udine, era uno di quelli che aderì alla campagna per la verità per Giulio, con l'esposizione dello striscione, quello che è sempre più diffuso in tanti Comuni, dalle scuole, ai luoghi istituzionali, in un tempo dove, le prime censure contro gli striscioni si affermarono proprio contro quello per Giulio, Trieste docet in negativo su questo fronte, ed oggi vediamo quello che succede nella battaglia per gli striscioni, dove il dissenso, il criticare, il contrastare un sistema reputato ostile ai diritti umani, agisce, reprimendo anche gli striscioni. Da Salerno alla Lombardia. Meglio non vedere, meglio relegare il tutto nella dimensione del politicamente corretto e in quel politicamente corretto che non contempla il dover vedere un messaggio che turba le coscienze, che può risvegliare le coscienze non ci può essere spazio per gli striscioni. Ed il giallo per Giulio, il colore di questa nuova Resistenza, è un colore sempre più affermato nel nostro Paese, vedere quel colore ti ricorda, che non solo un tuo concittadino è stato ammazzato, nei modi in cui sappiamo, ahimè, e che si attende ancora verità e giustizia, ma che in questo mondo dove ci sciacquiamo tanto la bocca con principi e valori, c'è chi ogni giorno continua a subire soprusi e violenze indicibili. A subire regimi e dittature che utilizzano anche la democrazia per legittimare se stesse, come succede ad esempio in Egitto. Intitolare un luogo dove si produce cultura, si vive la cultura, si afferma la cultura, a Giulio, intitolare una biblioteca a Giulio Regeni, è un passo importante che si spera riuscir vedere diffuso con il giusto convincimento ovunque, perchè semplicemente è giusto così. Giulio era un ricercatore, studiava, leggeva i libri, viveva i libri, amava i libri, è stato ucciso per la sua attività di ricercatore, di studioso, è stato quel 25 gennaio 2016 sferrato un colpo durissimo alla cultura, alla libertà di tutti noi, colpendo Giulio si è colpita la cultura, la libertà della ricerca e l'esempio di Marano Lagunare è quello da seguire ovunque. 
mb

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